OMELIE

La Comunità di Sant'Egidio in festa per una nuova ordinazione sacerdotale. Mons. Vincenzo Paglia: "Il mondo ha bisogno del Natale e di testimoni del Vangelo della pace e della fraternità"

Nella quarta domenica di Avvento, alle porte del Natale e dell'apertura della Porta Santa per il Giubileo della Speranza, la Comunità accoglie con gioia il dono di un nuovo sacerdote nella Fraternità Missionaria di Sant'Egidio, Laurent Valentin Damas, della Comunità di Sant'Egidio del Senegal. 

Alla celebrazione, presieduta da mons. Vincenzo Paglia, hanno partecipato, numerosi, i sacerdoti e i diaconi della Fraternità, insieme alla famiglia del nuovo presbitero, e tanti amici anche dalla periferia di Roma dove, negli anni della formazione, il nuovo sacerdote ha svolto il suo servizio ai poveri.

Nell'omelia - che riportiamo integralmente - mons. Paglia  ha sottolineato come la gioia di questo dono sia connessa al "bisogno del mondo di una Chiesa che con più efficacia comunichi il Vangelo della pace; di testimoni che allarghino la fraternità e di credenti che accendano la speranza di un mondo più solidale".

Le letture della IV Domenica di Avvento

Care sorelle e cari fratelli,
questa Santa Liturgia è arricchita dalla ordinazione sacerdotale di Laurent, un fratello che viene dalla Comunità del Senegal e che qui, a Roma, ha maturato la chiamata al sacerdozio. Il Signore oggi lo consacra come ministro dell’altare. E’ un grande dono del Signore alla Comunità e alla Chiesa. Siamo tutti in festa: il Signore ci mostra la sua fiducia scegliendo uno dei figli della Comunità perché sia al servizio del suo disegno di amore per la salvezza dei popoli. Questa Ordinazione sacerdotale ci fa entrare ancor più nel mistero del Natale. Questo nostro mondo ha bisogno del Natale, ha bisogno di una Chiesa che con più efficacia comunichi il Vangelo dell’amore e della pace; ha bisogno di testimoni che allarghino la fraternità, di credenti che accendano la speranza di un mondo più solidale. E’ in questo orizzonte che questa sera celebriamo l’ordinazione sacerdotale di Laurent. Ci stringiamo tutti attorno a te: noi, gli amici, la mamma e gli altri venuti a Roma e coloro che sono collegati con noi.

Il Vangelo di Luca, mostrandoci la visita di Maria all’anziana cugina Elisabetta, illumina il mistero del Natale e la stessa missione del sacerdote. Come Maria, infatti, che è stata scelta da Dio per comunicare il suo Figlio al mondo, così sceglie la Comunità e un suo figlio per comunicare Gesù al mondo intero. L’evangelista scrive che Maria, dopo aver ricevuto l’annuncio dell’angelo di diventare Madre del Salvatore, subito “si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa”. Sembra suggerire che l’apertura della Porta Santa non è per entrare o restare a girare attorno a se stessi, ma per uscire e andare in fretta nelle vie del mondo per comunicare a tutti l’avvento del Salvatore.

La Lettera agli Ebrei che abbiamo ascoltato ci mostra che la missione nasce nel mistero stesso di Dio che chiede al Figlio di farsi prossimo agli uomini e il Figlio: “Ecco io vengo per fare la tua volontà”. Care sorelle e cari fratelli, questo dialogo misterioso nel cuore di Dio si riverbera in questa celebrazione. Il Signore ha scelto uno dei figli della Comunità per consacrarlo al servizio dell’altare. Nella Lettera agli Ebrei, poco prima del brano che abbiamo ascoltato, si legge: “ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini… così può avere compassione verso quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anch'egli rivestito di debolezza ed è a motivo di questa che egli offre i sacrifici per i peccati, tanto per sé stesso quanto per il popolo”(Eb 5,1-4). Care sorelle e cari fratelli, un figlio della Comunità è scelto per essere consacrato al ministero dell’altare. E tutti noi lo accompagniamo con la nostra preghiera. La Liturgia ci immerge nel mistero di questa missione. Tu, caro Laurent, tra poco dirai il tuo “sì” alla chiamata del Signore e, consapevole della tua debolezza, ch’è anche di tutti noi, ti stenderai per terra e noi innalzeremo la nostra preghiera insistente al Signore. Sarai consacrato con l’unzione dell’olio benedetto, perché tu possa, come Maria, portare alle innumerevoli Elisabette di questo mondo il Figlio di Dio, il Signore nostro Gesù. Il viaggio è come in una “regione montuosa”, non semplice. Ma, come hai già sperimentato nella vita della Comunità, sentirai ancora il saluto delle Elisabette che visiterai: “Benedetta tu e il frutto del tuo grembo!” La missione della Comunità – attraverso il ministero sacerdotale – potrà crescere e il mondo – spesso maledetto dall’opera del maligno – potrà gustare la benedizione di Dio.

Mentre stai per muovere i primi passi del ministero sacerdotale, ti sia di esempio Floribert, un figlio di una Comunità dell’Africa, che ha testimoniato l’amore di Dio sino all’effusione del sangue. Stia davanti ai tuoi e ai nostri occhi. La sua testimonianza ci ricorda, quel che già mons. Romero amava sottolineare: il Vangelo chiede a tutti di essere martiri, ossia di dare la propria vita per salvare gli altri; ad alcuni gliela chiede sino all’effusione del sangue, come anche a Floribert, ma a tutti, anche a noi, chiede di spenderla per la salvezza di questo nostro mondo. Floribert protegga e illumini il tuo sacerdozio perché il Vangelo dell’amore raggiunga e trasformi i cuori di coloro che incontrerai e incontreremo nel nostro cammino. Amen.