Roma ricorda il 16 ottobre 1943, deportazione degli ebrei: una memoria di popolo, abbraccio ideale tra le generazioni

"Non c'è futuro senza memoria" al Portico d'Ottavia con la Comunità di Sant'Egidio e la Comunità ebraica di Roma - VIDEO

 

 

Ventisei anni di memoria non interrotti, un appuntamento mantenuto con il rispetto delle norme di distanziamento dovute al Covid-19. Il “pellegrinaggio della memoria” della Comunità di Sant’Egidio e della Comunità ebraica di Roma che ogni anno raggiunge il “ghetto”, ha sostato direttamente al Portico d’Ottavia, senza la tradizionale marcia, ma con un “abbraccio” di popolo da postazioni fisse. “Vi ringrazio per questo abbraccio — ha detto Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica — perché l’antisemitismo non è una piaga sconfitta”.

Nella piazza che fu scena della deportazione degli ebrei romani il 16 ottobre 1943, Roma, le sue istituzioni, i giovani, i nuovi romani provenienti da diverse parti del mondo si sono uniti in solidarietà con la comunità ebraica, insieme ai tanti che si sono collegati sui social per via della capienza limitata della piazza. Tutti idealmente collegati per dire che “Non c’è futuro senza memoria”.

Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha ricordato i momenti di quella mattina di 77 anni fa, del 1943, attraverso le pagine del diario di Michele Tagliacozzo, bambino che si salvò dalla deportazione e che reagì al dolore ricordando, raccogliendo materiale e trasmettendolo alle nuove generazioni. “Il 16 ottobre non è una ritualità ma una memoria di popolo come vediamo oggi”, ha detto Andrea Riccardi facendo proprie le parole di Tagliacozzo. LEGGI L'INTERVENTO INTEGRALE SUL BLOG

Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha ringraziato per la presenza in piazza “che assume il significato di vigilanza, di monito” in memoria della dolorosa deportazione, che portò molti alla morte ad Auschwitz nel giorno della festa dello Shabbat Bereshit, in cui si inizia la lettura della Torah, nel libro in cui è scritta la storia della creazione, “storia antirazzista”.

La sindaca Virginia Raggi ha portato la solidarietà della città di Roma, “che ripudia il razzismo e l’antisemitismo” e di cui “la comunità ebraica è parte integrante”. La marcia in memoria del 16 ottobre è diventato “un appuntamento fondamentale con la nostra storia”, mantenuto con le dovute misure di sicurezza sanitaria.

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha sottolineato come l’appuntamento al Portico d’Ottavia, dal 1994 a oggi, è ormai una generazione che ricorda, che fa i conti con la storia “e prosciuga le fonti dell’odio, per costruire ponti e non muri tra popoli e religioni”.

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