Il 28 gennaio, la Comunità di Sant’Egidio, insieme al Comune di Livorno, alla Diocesi e all’Istituto Storico della Resistenza, ha promosso una giornata di commemorazione per ricordare la Shoah e, in particolare, la deportazione di almeno duecento livornesi di religione ebraica. In soli due mesi, tra il dicembre 1943 e il gennaio 1944, furono arrestati e avviati verso Auschwitz.
Tra loro vi erano anche numerose famiglie ebree di origine italiana, fuggite dalla Turchia a seguito dei disordini e delle persecuzioni seguite alla guerra greco-turca, e stabilitesi a Livorno.
La mattina è stata dedicata alla posa di pietre d’inciampo in memoria della famiglia di Abramo Levi, deportato insieme alla moglie e ai quattro figli. Originari di Smirne, i Levi si erano trasferiti a Livorno nel 1927, città alla quale erano legati da antichi vincoli familiari. Alla cerimonia hanno partecipato numerosi studenti, tra cui Diewo, una ragazza della Scuola della Pace della Comunità di Sant’Egidio, che ha letto una lettera indirizzata idealmente ai bambini Levi:
“Ci sarebbe piaciuto giocare insieme, venirvi incontro all’arrivo nella nostra classe, aiutarvi con i gesti a capire la lingua nuova. Soprattutto, attaccarci alle ginocchia di chi veniva a prendervi, per impedirgli di portarvi via. Ora saremo più vicini ai tanti bambini che ancora soffrono per il razzismo e la cattiveria. A quelli che fuggono, a quelli che sono strappati alle loro case, a quelli che desiderano vivere in pace.”
Nel pomeriggio, un corteo silenzioso ha attraversato il centro cittadino fino alla Sinagoga, sostando davanti alla pietra d’inciampo dedicata a Nella Coen, insegnante di lingua e letteratura tedesca, deportata da Abbazia (Fiume), dove si era rifugiata.
La giornata si è conclusa con gli interventi delle autorità civili e religiose e con l’accensione della Chanukkià, in ricordo delle vittime della Shoah nei lager nazifascisti.
Nonostante le difficili condizioni metereologiche, l’iniziativa ha visto una partecipazione ampia e sentita, segno di un impegno condiviso nel custodire la memoria e riaffermare i valori della convivenza e del rispetto.