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Torino in marcia per ricordare Emanuele Artom: una lezione di memoria e impegno

Promossa dalla Comunità Ebraica e dalla Comunità di Sant'Egidio

"Non c'è futuro senza memoria", recitava lo striscione portato dagli studenti delle scuole medie che ha aperto la Marcia in memoria di Emanuele Artom, giovane partigiano ebreo torturato e ucciso il 7 aprile 1944 alle Carceri Nuove di Torino.

La manifestazione, promossa dalla Comunità Ebraica di Torino e dalla Comunità di Sant'Egidio, si è svolta giovedì 13 marzo, ripercorrendo un tragitto simbolico: dalla stazione ferroviaria alla Scuola Ebraica, intitolata proprio ad Artom, fino alla Piazzetta Primo Levi, davanti alla Sinagoga. Un percorso che lo stesso Emanuele aveva compiuto centinaia di volte dopo la promulgazione delle leggi razziste del 1938.

L’evento ha rappresentato un forte invito alla riflessione, soprattutto per le nuove generazioni, affinché la memoria della Shoah e della Resistenza non si perda con il passare del tempo. Ricordare è un atto di responsabilità, necessario per non ripetere gli errori del passato e costruire un futuro fondato sulla pace, sulla giustizia e sul rifiuto di ogni forma di discriminazione.

Oggi, in un mondo segnato da tensioni e violenze, la memoria diventa una bussola indispensabile per orientare le coscienze. La marcia per Emanuele Artom non è solo un tributo alla sua storia, ma un messaggio potente per l'intera città: il passato non si può cambiare, ma il futuro è nelle nostre mani.