Nella prigione di Niamey, nella zona dove sono accolti i “minori” (14-19 anni), un grande serbatoio idrico è stato realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio per far fronte alla penuria d’acqua che tante volte ha causato problemi di igiene e di salute, rendendo ancora più dura la detenzione ai 90 ragazzi. “Da quando è arrivata l’acqua”, ha detto il direttore del carcere, “sono diminuiti i ricoveri in ospedale”.
Una cerimonia bella, emozionante e carica di gratitudine alla quale hanno partecipato i ragazzi con giochi e parole di ringraziamento e che ha messo in risalto il lavoro di umanizzazione, così prezioso, che la Comunità porta avanti in tante carceri. Anche mons. Ambroise Ouedraogo, vescovo di Maradi, ha invitato i ragazzi a sognare con Sant’Egidio un mondo senza più prigioni: “Vorrei che ciascuno di voi che abita in questa casa, sogni di uscire da qui ed essere migliore. L’inaugurazione di questo serbatoio inaugura la vita nuova che auguro a tutti voi”.
Da molti anni la Comunità di Sant'Egidio è presente in Niger accanto ai poveri e i carcerati, un lavoro che è stato riconosciuto dal governo, che ieri a Roma ha formalizzato la collaborazione attraverso la firma di un Accordo di Sede tra la Repubblica del Niger e la Comunità di Sant'Egidio.