Storico volontario e figura di riferimento per i senza dimora, è morto dopo essere stato travolto da un'auto in via Dandolo. Aveva 73 anni
Una vita dedicata agli ultimi, spezzata in un pomeriggio d'autunno. Guglielmo Tuccimei, 73 anni, storico volontario della Comunità di Sant'Egidio, è morto ieri dopo essere stato investito da un'auto in via Dandolo, nel cuore di Trastevere. L'uomo stava raggiungendo la mensa della Comunità, dove da decenni offriva accoglienza, ascolto e aiuto a chi ne aveva bisogno. L'incidente è avvenuto intorno alle 16:30, all'altezza del civico 31. Per cause ancora da accertare, Tuccimei è stato travolto da una Citroen C3 guidata da un 6lenne. Soccorso dal personale del 118, è stato trasportato all'ospedale San Camillo, dove è deceduto dopo alcune ore. Il conducente è stato accompagnato al Fatebenefratelli per gli accertamenti alcolemici e tossicologici. Sul posto, per i rilievi, la polizia locale del gruppo I Centro.
La notizia ha scosso profondamente la Comunità di Sant'Egidio, che si è subito stretta intorno alla famiglia. "Dal 1988 fino a ieri pomeriggio - si legge in una nota - la sua figura è stata indissolubilmente legata alla mensa di via Dandolo, di cui era uno degli iniziatori. Senza dimenticare il suo servizio ai detenuti di Regina Coeli, che visitava regolarmente. Lo ricorda con affetto tutta la Comunità, insieme ai tanti suoi amici per la strada". Tuccimei era conosciuto e amato dai senza dimora, per i quali rappresentava "una garanzia di umanità".
Augusto, suo collaboratore, lo ha ricordato con commozione: "Martedì scorso siamo andati alla stazione Tiburtina per la distribuzione dei pasti. Tutti lo fermavano, per una parola o un consiglio. Era il 'buttadentro' della mensa, accoglieva chi arrivava con gentilezza e amicizia. Riusciva a placare anche chi aveva atteggiamenti sopra le righe. Era stato docente, appassionato di musica. La Comunità ha perso una persona speciale". La mensa di via Dandolo, in segno di continuità e memoria, è rimasta aperta anche il giorno dopo la tragedia. Perché, come avrebbe voluto Guglielmo, l'aiuto agli altri non si ferma.