Il 73enne è stato investito mentre era diretto nella sede di via Dandolo. “Era lui a scegliere le musiche per la visita di papa Leone”
"Guglielmo — ricorda Lucia Lucchini, la responsabile della mensa della comunità di Sant’Egidio in via Dandolo — per tanti senzatetto, che spesso si sentono vittime di un clima di indifferenza, significava la speranza nel futuro. Andava a cercare le persone lungo i marciapiedi della città e non smetteva di accompagnarle nel percorso di rinascita, neppure quando ritrovavano la casa e il lavoro”.
Se n’è andato improvvisamente davanti al portone del suo palazzo in via Dandolo, Guglielmo Tuccimei. Aveva 73 anni, una moglie, Renata, una figlia, Hirseyo, e una montagna di amici nella comunità di Sant’Egidio che ora piangono la sua scomparsa.
Venerdì, alle 16.30, è uscito di casa ed è stato investito da un uomo di 61 anni al volante di una Citroen C3 mentre attraversava la strada per raggiungere la mensa di Sant’Egidio in via Dandolo, qualche centinaio di metri più in basso. Tuccimei è stato soccorso dal 118 ed è morto qualche ora dopo in ospedale al San Camillo.
"Ci sentivamo tutti i giorni — aggiunge Lucchini — l’ho chiamato anche venerdì sera, ma non mi ha risposto, non poteva più rispondermi e io non lo sapevo ancora”.
Tuccimei, ex insegnante di Lettere alle scuole medie, aveva conosciuto la comunità di S.Egidio negli anni ‘70, “dal 1983 — dice Augusto D’Angelo, uno d4ei responsabili del progetti per i senza fissa dimora di S. Egidio — aveva iniziato a girare le strade di Roma per portare da mangiare ai più bisognosi. E dal 1988 la sua figura è sempre stata legata alla mensa di via Dandolo”.
Il suo sguardo, negli anni, ha incrociato i destini di migliaia di uomini e donne. Stava fisso alla porta. Alto, robusto, “con la sua corporatura imponente, dispenzava abbracci — aggiunge D’Angelo — di tutti ricordava il nome. E quando scoppiava qualche litigio, gli era sufficiente scandire il nome di chi lo stava provocando per riportare immediatamente la calma”.
Appassionato di musica, era lui a scegliere la colonna sonora per le giornate della pace. Anche quest’anno "stava scegliendo le musiche da far sentire a papa Leone XIV il 28 ottobre — dice ancora D’Angelo — di lui ci mancherà la sua straordinaria generosità”.
Una passione per la cura del prossimo che testimoniava quotidianamente: il mercoledì e il venerdì si occupava dell’accoglienza alla porta della mensa in via Dandolo, il martedì andava alla Casa dell’amicizia al San Camillo e a portare i pasti alla stazione Tiburtina. Sosteneva anche i detenuti di Regina Coeli.
"Era il nostro Angelo — ripete Annamaria, 54 anni, mentre riceve il vassoio con il pasto caldo prepatato dai volontari in via Dandolo — era paterno, ascoltava sempre tutti”. Con amicizia e generosità. Ricordando i nomi di tutti “e se non vedeva qualcuno per qualche giorno — insiste Lucchini - lo andava a cercare in strada”.
[ Luca Monaco ]