Dobro, salvato dalla strada, non riesce a capacitarsi: «Lo conoscevo da vent'anni. Era una persona speciale, mite, ti ascoltava sempre, si interessava a te come fosse un fratello. Mi ha aperto ad una nuova vita». Lo piange Dobro, montenegrino, che ora ce l'ha fatta perché vive in una casa famiglia. Ma insieme a lui piangono Guglielmo Tuccimei centinaia di senza dimora della capitale, per i quali era diventato un punto di riferimento prezioso, protezione per tanti, con la sua robusta statura che si accompagnava a gentilezza e umanità.
Tuccimei se n'è andato venerdì pomeriggio, investito da una macchina in via Dandolo, a Roma, proprio a due passi dalla mensa dove si recava ogni volta per mettersi alla porta e accogliere chi arriva: vecchi e nuovi amici per la strada, accolti tutti con un sorriso, una battuta, un incoraggiamento. Membro della Comunità di Sant'Egidio dagli anni Settanta, Guglielmo, 73 anni, ex professore di Lettere, non ha mai mollato la strada, quel servizio che svolgeva non solo alla mensa ma anche girando per le stazioni e per le vie del centro storico alla ricerca di chi si è perduto ma che si può ritrovare con un po' di vicinanza, di ascolto, di accompagnamento. Tanto che alcuni dei suoi amici oggi, come Dobro, non vivono più nella strada ma hanno una casa, una dignità riacquistata, alcuni anche un lavoro.
La notizia della sua scomparsa è cominciata a girare ieri sera per le strade della capitale ed è stato come un coro commosso che fa capire bene quanto sia importante la solidarietà, l'amicizia gratuita, l'interessamento nei confronti di chi ha bisogno. E quanto può cambiare nel profondo l'anima dí una città come Roma, che ospita oltre tremila persone che non hanno un tetto sotto il quale dormire e che cercano, alcuni senza chiederlo, qualcuno che si fermi, che li ascolti.
Guglielmo lo ha fatto per oltre quarant'anni e verrà ricordato per questo. Come resterà impresso anche nella memoria dei detenuti di Regina Coeli, che visitava regolarmente.
Tutti uniti in un omaggio sincero ad un uomo che non era famoso ma che era amato da tanti. E questa, alla fine, nella vita, è davvero la cosa che conta.