EMERGENZE

Gli aiuti di Sant'Egidio alle popolazioni colpite dalla tempesta tropicale che ha colpito Santiago de Cuba, raggiungono le comunità rurali e i villaggi più isolati

Nel video la missione nella comunità rurale di Siwa

 

Le piogge torrenziali e i forti venti della tempesta tropicale che hanno colpito Santiago de Cuba hanno lasciato dietro di sé una scia di devastazione. Strade interrotte, fiumi esondati, case allagate, interi villaggi isolati. In alcune zone, l’acqua ha raggiunto livelli mai visti nemmeno durante il passaggio dell’uragano Imelda. Molti hanno dovuto lasciare le loro case e hanno perso tutto: mobili, cibo, abiti, persino gli strumenti di lavoro. Un’anziana donna ha raccontato di essersi salvata con le sue tre figlie solo salendo sul tetto, grazie all’aiuto di alcuni giovani del quartiere. «L’acqua arrivava alle finestre, tutto è andato perduto – ha detto – ma grazie a Dio siamo vive».

In questo scenario di difficoltà e paura che la Comunità di Sant’Egidio si è mossa subito, portando aiuti di emergenza alle famiglie più colpite. (scopri di più). Inoltre, nei giorni successivi alla tempesta, la campagna di solidarietà prosegue cercando di raggiungere le località rurali, rimaste isolate.

Il video che pubblichiamo segue i passi della missione di un gruppo di persone della Comunità di Sant’Egidio di Santiago che, insieme a un sacerdote di San José Obrero, ha portato aiuti alla comunità rurale di Siwa, una di quelle rimaste tagliate fuori dal resto della città.
Le strade sono impraticabili: ponti distrutti, fanghiglia, acqua fino alle ginocchia. Un percorso accidentato, fatto a piedi nel fango tra i detriti trascinati dalla piena, con il desiderio di raggiungere i più lontani.

Le ferite lasciate dall’acqua sono visibili: cortili invasi dal fango, elettrodomestici distrutti, bambini con irritazioni della pelle causate dall’acqua stagnante. In molte zone manca ancora la corrente elettrica e le pompe dell’acqua non funzionano. «Non potevamo restare fermi – raccontano – . Abbiamo preparato pane e pacchi di aiuti per poter stare vicino alle famiglie più in difficoltà».

Hanno impastato e cotto decine di pagnotte con mezzi di fortuna. Durante la notte, mentre i forni improvvisati lavoravano, la corrente è mancata più volte, ma non si sono arresi e sono riusciti a produrre pane per molte famiglie e consegnarlo, insieme a lampade a petrolio, piccoli utensili da cucina, stampi per la panificazione e generi alimentari di prima necessità. 

Nel silenzio delle case devastate, la Comunità ha anche raccolto le persone per un momento di preghiera. «Abbiamo ringraziato Dio per la vita, per chi si è salvato e abbiamo chiesto forza per ricominciare. Insieme».

Non è la prima volta che la Comunità di Sant’Egidio si mobilita a Cuba per rispondere a emergenze dovute a catastrofi ambientali. Negli ultimi anni, a Santiago e in altre città, è avvenuto più volte: anche se a volte senza grandi mezzi, ma con la forza di una presenza umana che non si arrende al dolore.