In Mozambico, il 4 ottobre è una giornata di memoria e di speranza: si celebra l’anniversario della firma degli Accordi Generali di Pace, che nel 1992 posero fine a una lunga e sanguinosa guerra civile grazie anche alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio. Quest’anno, nel 33° anniversario, la Comunità ha voluto rinnovare quel “sì” alla pace con centinaia di incontri in tutte le principali città del paese, ma anche nelle località più remote.
Marce, assemblee nelle scuole e nelle università: l'obiettivo è quello di trasmettere alla giovani generazioni il valore della pace, e di coinvolgere il più largo numero di persone oltre i confini delle religioni, le provenienze, le generazioni.
Per questo il centro di queste manifestazioni è stato nella capitale Maputo, dove un grande incontro interreligioso sul tema “Apostar na Paz – Scommettere sulla Pace” ha riunito rappresentanti di diverse religioni, autorità civili e diplomatiche, fra cui l’ex presidente Joaquim Chissano, firmatario dell’Accordo di Roma, e il nunzio apostolico. L'incontro - trasmesso in diretta sul web - si è concluso con la firma di un appello congiunto che rinnova l'impegno a custodire la pace nel paese, anchein questo momento in cui più aspre si vanno facendo le tensioni a livello nazionale e internazionale.
Infatti proprio mentre il mondo è nuovamente attraversato da guerre e tensioni, e mentre nel nord del Paese continuano attacchi terroristici, è quanto mai necessario riaffermare che “la guerra è una follia” e che “c’è sempre un’altra via”, come ricordava il beato Floribert Bwana Chui.
Anche a Tete, a Nampula, a Beira e in altre città, Sant'Egidio ha celebrato questo anniversario con un colloquio di dialogo interreligioso, cui hanno partecipato autorità locali e rappresentanti di varie confessioni.
A Tete, durante l’incontro, sono state condivise testimonianze della guerra civile tratte dal libro “Martiri di Chapotera”, pubblicato dalla Piattaforma São Tomás More, segno di una memoria che continua a generare riconciliazione e fiducia.
A 33 anni di distanza, l’eredità di quella pace rimane viva: non solo come ricordo, ma come impegno concreto di dialogo e convivenza tra popoli e religioni. Sant’Egidio continua a scommettere sulla pace.