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Il ricordo del "Sabato Nero", perchè mai si banalizzi la guerra. La Comunità ebraica di Roma e Sant'Egidio insieme per il 16 ottobre

La Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica di Roma si sono unite per la commemorazione del tragico rastrellamento del 16 ottobre 1943, noto come il “Sabato nero”, quando più di 1000 ebrei romani furono deportati dai nazisti. L’evento, tenutosi presso Largo 16 ottobre 1943, nel cuore del ghetto di Roma, ha coinvolto autorità civili e religiose, e ha visto la partecipazione del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l'Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, il Rabbino Capo Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi e mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino.

Andrea Riccardi ha espresso profonda preoccupazione anche per il conflitto attuale, sottolineando l’importanza della memoria storica per evitare la banalizzazione della guerra. "La situazione si è incancrenita e non si vede una via di uscita dalla guerra" - ha dichiarato, riferendosi all’odierno contesto di conflitti globali. - "La guerra continua con la sua tragica logica spietata e allora ci chiediamo perché siamo qui a ricordare una storia antica come quella della deportazione degli ebrei di Roma da parte dei nazisti. Io credo che stiamo perdendo purtroppo la memoria, stiamo perdendo molti testimoni della Shoah, tante persone che hanno vissuto la guerra mentre dobbiamo evitare una banalizzazione e una insensibilità verso la guerra".

Ha collegato la commemorazione della deportazione con la necessità di non dimenticare gli orrori del passato, soprattutto in un momento in cui si tende a rivalutare la guerra come strumento per risolvere i conflitti. "Oggi il mio augurio è la liberazione dalla paura e dalla guerra, che nessun popolo si debba guardare le spalle", ha detto, auspicando un futuro di pace e ricordando che la memoria della Shoah deve restare viva per insegnarci a non ripetere gli errori della storia.

Riccardi ha ricordato anche la liberazione di Roma nel 1944, quando la persecuzione contro gli ebrei si concluse, evocando un parallelo con le sfide del presente, dove conflitti e terrorismo continuano a seminare paura e divisione. In un altro passaggio significativo, Riccardi ha espresso solidarietà per le vittime dei conflitti odierni, ricordando in particolare i rapiti da Hamas e il dramma umanitario che si sta consumando in varie parti del mondo. (Leggi il testo completo)

La commemorazione ha visto anche gli interventi del rabbino Riccardo Di Segni e di Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma. Di Segni ha denunciato la recrudescenza dell’antisemitismo, sottolineando che i sentimenti anti-ebraici si sono ulteriormente intensificati nell’attuale contesto di crisi internazionale. Fadlun ha invece posto l’accento sull’importanza di ricordare le vittime innocenti, in particolare i bambini, rinnovando i legami di amicizia e solidarietà con la Comunità di Sant’Egidio.

Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è intervenuto per esprimere vicinanza alla comunità ebraica e ribadire l’appello per la liberazione degli ostaggi rapiti durante i conflitti in Medio Oriente. Ha richiamato l'attenzione sull’urgente necessità di pace e dialogo, in un mondo segnato da crescenti tensioni e divisioni.

La manifestazione ha avuto un forte valore simbolico, non solo per il ricordo delle atrocità del passato, ma anche come monito per il presente, in un tempo in cui la guerra continua a causare sofferenze e divisioni.