MIGRANTI

È grande la domanda di cultura dei migranti nei campi profughi di Cipro: consegnati più di duecento attestati per i corsi di lingua

 

 

C'è tanta voglia di futuro, di ricostruire la vita dopo gli orrori della guerra e delle persecuzioni subite, senza timore di impegnarsi anche duramente, nei migranti che in queste settimane partecipano alle attività di Sant'Egidio a Cipro.

Lo si vede nelle classi di lingua - inglese e italiano - aperte dalla Comunità a Nicosia, a Larnaca e nel campo profughi di Pournara, affollatissime di giovani e adulti di tante diverse provenienze - dalla Somalia, in gran parte, e poi da Congo, Cameroun, Siria, Palestina, Libano, Nigeria. E ancora Afghanistan, Pakistan, Sudan. Luoghi che sono tutti, in maniera diversa ma sempre drammatica, teatro di tragedie umanitarie e quindi case da abbandonare per cercare altrove una vita sicura.

La consegna degli attestati del primo corso (il secondo è appena iniziato) è stata un momento di conferma per gli studenti del percorso di studio, che seguono con impegno e serietà. La scuola e l'amicizia ridonano speranza. Sono il segno che è possibile ricostruire la vita dopo gli orrori della guerra e delle persecuzioni.
La gioia e la commozione erano sul volto di tutti, anche degli insegnanti della Comunità, giovani e adulti che hanno scelto questa "vacanza" con i richiedenti asilo, un'occasione di incontri che offrono una diversa comprensione del mondo.

Anche per i bambini la scuola è uno spazio di normalità, di infanzia restituita: nei campi per i rifugiati di Kofinou e di Limnes che si trovano a circa 40 km dalla capitale per loro è in corso la Scuola della Pace. La gioia di poter prendere in mano fogli, quaderni e colori è palpabile. Molti di loro non hanno mai frequentato una scuola o l'hanno abbandonata da tempo. E non va sottovalutata - insieme ai tanti disagi della vita nel campo profughi - l'ansia che i piccoli provano, condividendo con i genitori l'attesa - generalmente di 8-9 mesi e tanto spesso delusa - legata alla richiesta di asilo politico o la drammatica frustrazione di chi, dopo il rifiuto, è in attesa di rimpatrio.
La scuola quindi, per i bambini come per i giovani e gli adulti, è una breccia nel muro che separa da un futuro di pace. Per questo ha tanta parte nella presenza di Sant'Egidio nei campi profughi, che è sì amicizia, ristoro, cibo buono, ma soprattutto una semina di speranza.