Una marcia silenziosa, a cui hanno partecipato tanti genovesi, è partita giovedì 2 novembre dalla Sinagoga di Genova fino in Galleria Mazzini, dove il 3 novembre del 1943 i soldati nazisti catturarono il rabbino capo della comunità ebraica Riccardo Pacifici. La stessa mattina gli ebrei genovesi, chiamati con l’inganno al tempio israelitico, venivano fatti prigionieri dalle SS.
In 261 furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, da cui tornarono in 20.
Ogni anno per ricordare quei tragici eventi la Comunità di Sant’Egidio, insieme alla Comunità ebraica di Genova, e al Centro Culturale Primo Levi organizzano la Marcia della Memoria, una manifestazione divenuta con il tempo un patrimonio della città e dei genovesi.
Dopo il minuto di silenzio dedicato a tutte le vittime della deportazione e della Shoah i partecipanti si sono riuniti in corteo verso Galleria Mazzini. Hanno preso parte alla marcia anche i bambini e ragazzi delle Scuole della Pace di Sant’Egidio e diversi giovani nuovi europei, che hanno retto i cartelli con i nomi dei campi di sterminio.
“Abbiamo sentito in questi anni la necessità di conservare con ostinazione questa memoria e di diffonderla – ha detto Andrea Chiappori, responsabile di Sant’Egidio a Genova – per contrastare il contagio dell'odio e per partecipare alla costruzione di un mondo più umano”.