MONDO

La Storia di Joao e e l'impatto del Programma DREAM nelle cure oftalmiche in Mozambico

Nell'ambulatorio oculistico del Centro Dream di Matola vengono curati centinaia di bambini e ragazzi con problemi visivi

“Mio figlio Joao sin da piccolino era sempre attaccato alla lavagna, se restava un pò indietro era la fine. Un ipovedente in Africa non ha gli stessi diritti e le stesse possibilità degli altri. Adesso ha 14 anni, e voi, con questi occhiali, lo avete rimesso al mondo".

Lo dice tra le lacrime la mamma di Joao, uno dei tanti ragazzi con problemi visivi che, dopo un percorso di diagnosi acccurata, a fine settembre ha ricevuto gratuitamente gli occhiali, nell’ambulatorio oculistico nel Centro DREAM di Matola.

Si tratta di un centro molto attrezzato, con apparecchi sofisticati. L’ottico optometrista realizza occhiali su misura. L'ambulatorio è fornito anche di lenti e montature, che numerosi donatori italiani forniscono periodicamente.

L'ambulatorio - aperto nel 2019 - ha fornito visite oculistiche a oltre 9.000 persone e fabbricato centinaia di occhiali, offerti gratuitamente ad altrettanti bambini e ragazzi nelle campagne di screening nelle scuole di Matola. Nel caso di Joao non era possibile fabbricarli lì, in quanto la gradazione era molto alta e l’occhiale presentava caratteristiche particolari, ma è stato tuttavia possibile realizzarli importandoli dall'Italia, grazie ad una vasta rete di sostegno avviata da alcuni anni dal programma DREAM. 

Oltre ad effettuare controlli di routine, misurazione della vista per rilevare condizioni a rischio e individuare i trattamenti preventivi adeguati e fabbricare occhiali, l'ambulatorio è provvisto anche di una sorta di unità mobile che raggiunge le scuole e anche il vicino Centro Nutrizionale di Sant’Egidio per controlli e misurazione della vista.

La qualità e l’eccellenza di questo servizio di prevenzione e cura è una risposta concreta per colmare almeno un poco il grande divario che c'è anche in questo caso tra nord e sud del mondo. La prevenzione e la tempestività della diagnosi infatti consentono percorsi di recupero rapidi ed in molti casi evitano la cecità.

 
Nel mondo ci sono 2,2 miliardi di persone con un disturbo della vista, ipovedenti o affette da cecità completa. Circa la metà, 1 miliardo, avrebbe potuto mettere in salvo gli occhi se avesse ricevuto le cure necessarie per correggerne i difetti, dalla miopia, al glaucoma, alla cataratta. A denunciarlo è il primo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla vista.
Nelle regioni dell’Africa subsahariana ci sono tassi di cecità otto volte superiori a quelli registrati in tutte le regioni ricche del mondo. “Nei Paesi a medio e basso reddito, i problemi della vista non vengono trattati con le dovute attenzioni. Chi nasce in un Paese povero e vede male da lontano, per esempio, ha pochissime probabilità di ricevere un trattamento che corregga il difetto. I bisogni insoddisfatti delle popolazioni delle nazioni a basso reddito sono quattro volte superiori a quelli degli abitanti dei Paesi benestanti.” [Rapporto dell’Oms]