In occasione della Giornata dell'Africa, che si celebra il 25 maggio per ricordare la fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana, Sant’Egidio rinnova il suo impegno nel continente, dove permangono grandi disuguaglianze, ma anche grandi risorse umane, a partire dai giovani che sono la maggioranza della sua popolazione.
Presente in numerosi paesi africani con le sue Comunità, che sono a contatto con le fasce più fragili della popolazione (dagli anziani ai bambini di strada e ai detenuti), Sant’Egidio ha moltiplicato il suo lavoro per la pace di fronte ai tanti conflitti del continente ancora aperti.
Con il programma BRAVO! si occupa della registrazione anagrafica di cittadini “invisibili”, in primo luogo minori, che in questo modo vengono protetti da tanti rischi, a partire dalla tratta, ma anche adulti che non “esistevano” per lo stato civile perchè mai registrati. Con DREAM, da oltre vent’anni, si impegna invece a difendere la salute, la prevenzione e l’accessibilità alle cure non più solo per l’Aids ma per tante altre patologie, come il diabete e l’ipertensione. Il Programma opera a ogni livello, dagli ospedali ai centri di salute, fino ai villaggi più remoti, offrendo un contributo significativo nel processo di prevenzione, diagnosi e trattamento. Con oltre mezzo milione di sieropositivi curati in 10 Paesi africani e 150mila bambini nati sani da madri sieropositive, DREAM sostiene i sistemi sanitari nazionali, distribuisce gratuitamente i farmaci e si impegna attivamente nella formazione del personale locale, in contesti difficili, mantenendo standard di qualità elevati.
Questi traguardi sono frutto della collaborazione con diverse realtà accademiche, tra cui l’Università di Tor Vergata, partner scientifico sin dall’inizio, il Politecnico di Torino e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che si è unita nel 2018. Grazie alla partnership con il team guidato dal prof. Giuseppe Turchetti dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, sono stati ottenuti risultati significativi sia in Malawi che in Mozambico. In particolare, con i progetti “Bridge the gap” e “WeMen”, è stata ridotta la disparità di genere nella lotta contro l'HIV/TB e migliorato l'accesso alle cure sanitarie per le donne, promuovendo l'inclusione degli uomini.