"Noi, popolo della pace, non ci rassegniamo a impotenza e indifferenza. Siamo qui per ripetere la nostra scelta per la pace, consolidata da un anno di guerra. Non siamo anime belle ma siamo i più realisti davanti al dramma dell'Ucraina. Vogliamo forzare il blocco della politica, dei governanti e lo stallo militare. Bisogna attivare e investire di più sulla diplomazia".
Con queste parole Andrea Riccardi, sabato 25 febbraio, in Piazza del Campidoglio a Roma, si è rivolto alle migliaia di persone che hanno preso parte alla fiaccolata per la pace in Ucraina, ma anche, idealmente a tutte le piazze d'Italia e d'Europa che in questi giorni, nell'anniversario della guerra, hanno raccolto coloro - e sono tanti - che non credono che le armi siano la sola risposta al conflitto e chiedono con insistenza che si cerchino vie di dialogo, che la diplomazia torni al lavoro, che si eviti l'escalation militare e il rischio di una catastrofe nucleare. E che si tenga conto - davvero - dell'emergenza umanitaria generata dalla guerra, che causa sofferenze di ogni tipo, mentre gli aiuti diminuiscono.
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Ma, ad un anno dalla guerra, le manifestazioni che si sono tenute in tante parti d'Italia e d'Europa - di cui pubblichiamo qui le immagini - hanno mostrato quanto questo popolo della pace sia numeroso. Lo ha affermato con convinzione nella manifestazione di Roma anche il segretario della CGIL, Maurizio Landini, che riferendosi alle moltitudini raccolte nelle diverse piazze in questo anniversario, ha detto che "in realtà noi stiamo rappresentando la maggioranza dell’opinione pubblica italiana ed europea che non vuole la guerra e che vuole la pace".
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