Sono arrivati ieri mattina, 30 novembre, all'aeroporto di Fiumicino 114 rifugiati provenienti dalla Libia con i corridoi umanitari. La maggior parte dei profughi, originari della Siria e di alcuni paesi africani tra cui Eritrea, Sudan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, saranno ospitati negli alloggi messi a disposizione dal sistema di accoglienza nazionale mentre altri saranno accolti da Sant'Egidio, Fcei e Tavola Valdese. Con questo arrivo si è completato il primo protocollo per rifugiati e richiedenti asilo provenienti dalla Libia, che prevedeva un totale di 500 persone accolte nel nostro paese (300 a carico dello Stato e 200 delle associazioni).
Ad accogliere i profughi alcuni rappresentanti del governo e delle associazioni.
"Il vero processo che i corridoi umanitari hanno aperto, è quello di coniugare accoglienza e integrazione: due parole, due strade che vanno insieme per garantire un futuro a tutti", ha detto Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio. "Siamo molto felici di accogliere soprattutto i bambini. Tanti bambini - ha aggiunto - sono arrivati in Italia con i corridoi umanitari ed ora frequentano le nostre scuole con ottimi risultati. Ci sono famiglie che si sono riunite. Questo è molto bello perché con la protezione umanitaria, con i corridoi umanitari si mette in pratica il concetto fondamentale di ricongiungimento famigliare".
"Siamo qui per testimoniare il nostro orgoglio come Italia. Questa è una esperienza unica e ne siamo fieri", ha dichiarato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi – “perché accoglienza e integrazione sono un'unica cosa: il governo conferma, rinnova e rilancerà questi corridoi per il futuro”. "In Italia vi sentirete a casa vostra – ha detto il ministro degli esteri, Antonio Tajani - L'Italia è l'unico Paese che organizza corridoi umanitari. Un modo chiaro per dire no ai trafficanti di esseri umani e sì a un percorso di migrazione regolare". "Sono più di due milioni i rifugiati che oggi hanno bisogno di essere salvati. Quest'anno solo 40mila tra loro hanno avuto questa possibilità”, ha ricordato Chiara Cardoletti, rappresentante dell'Unhcr per l'Italia, la Santa Sede e San Marino.