#3ottobre Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione. A 7 anni dalla strage di Lampedusa non dimentichiamo

Sono passati sette anni da quel terribile 3 ottobre 2013, quando 368 persone, per lo più donne e bambini eritrei, persero la vita in un naufragio al largo di Lampedusa. Una tragedia che si è ripetuta dolorosamente più volte negli ultimi anni. Oltre 19.000 sono i migranti morti o di cui si sono perse le tracce dal 3 ottobre 2013 al 2020. Il bilancio drammatico degli ultimi sette anni è drammatico, considerato che dal 1990 a oggi il numero delle vittime è di 37mila persone.

Il Mediterraneo, e in particolare la rotta centrale tra il Nord Africa e l'Italia, rimane la regione con il più alto numero di morti per i flussi migratori. Nonostante il netto calo degli arrivi dei migranti attraverso il Mediterraneo, cresce nel 2020 rispetto all'anno precedente il tasso stimato di mortalità, ossia la percentuale di vittime in mare sul totale degli arrivi (fonte: IOM).

Dal 2012, la data del 3 ottobre è diventata la Giornata Nazionale in ricordo della vittime dell'Immigrazione.

Di fronte a queste morti profondamente ingiuste, la Comunità di Sant'Egidio insieme a FCEI e Tavola valdese ha aperto nel 2016 il primo corridoio umanitario dal Libano. Da quell'anno i corridoi umanitari sono continuati dal Libano e sono stati aperti anche dall'Etiopia e dalla Grecia. Sono diventati un modello di accoglienza e integrazione dei rifugiati che, con un volo aereo, evita i pericolosi viaggi con i barconi nel Mediterraneo. Per saperne di più leggi il dossier dei corridoi umanitari »



I nomi delle vittime dei viaggi verso l'Europa e alcuni dati sulle morti in mare »

La testimonianza di Tadese, giovane eritreo sopravvissuto al naufragio (video in inglese) »