Una delegazione della Comunità di Sant’Egidio ha fatto visita a gennaio, a uno dei 12 campi profughi che si sono creati nella capitale del Mali, Bamako.
Nei campi ci sono persone (soprattutto giovani e bambini), che provengono dai villaggi del centro del paese (regione di Mopti), dove da mesi sono in corso scontri etnici tra Dogon e Peul, alimentati dalla presenza di jihadisti a cui fa gioco destabilizzare il paese. Molti villaggi del centro sono stati attaccati e distrutti e la gente, in parte, si è rifugiata a Bandiagara, una grande città nel centro del paese, al momento meno esposta agli attacchi. Altri invece sono venuti nella capitale del paese, dove c'è più sicurezza e possibilità di ricevere aiuti.
Questi campi profughi ospitano all'incirca tra le 200 e le 400 persone. Alcuni anche più di 800. Si stima che il totale, nei 12 campi, sia di 6000 profughi.
In quello di Faladie, il più grande, che la Comunità di Sant'Egidio di Bamako ha visitato, ci sono 193 famiglie con circa 1000 persone accolte. Il campo è diviso in due zone, secondo le etnie presenti. C’è la parte occupata dai Peul o Fulani, in maggioranza allevatori e quella occupata dai Dogon piuttosto dediti all'agricoltura. Inoltre è presente una scuola improvvisata, dove i tanti bambini, possono studiare.
Prossimamente, la Comunità organizzerà una distribuzione di generi alimentari per far fronte alla tanta miseria e povertà del campo, come segno di vicinanza e solidarietà nei confronti dei profughi.
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