"L'antisemitismo prolunga la crocifissione di Gesù": il pastore Paolo Ricca a Santa Maria in Trastevere

Alcuni passaggi della predicazione di martedì 12 novembre 2019

 

 

Martedì 12 novembre il pastore valdese Paolo Ricca ha partecipato alla preghiera della Comunità Di Sant’Egidio nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Al centro della meditazione, la preoccupazione per un vento di odio e di morte che attraversa la storia dell’uomo fino ad Auschwitz e ai giorni nostri. Nel brano letto dal Vangelo di Marco, l'odio antisemita è nell’antico grido che risuona nel cuore di Gerusalemme “Crucifige! Crucifige!”, “Morte a Gesù!”, "Morte all’ebreo Gesù!”, “Morte all’ebreo!” (Mc 15, 12-15).

Sono pagine del Vangelo che riportano alla Quaresima, un tempo liturgico distante, ma sempre attuale ha detto il pastore valdese “perché la crocifissione di Gesù continua nella crocifissione del popolo al quale egli apparteneva” e l’antisemitismo prolunga la crocifissione di Gesù. Gli ebrei sono ancora vittime di discriminazione e l’antisemitismo non si ferma a ghettizzare, umiliare e perseguitare, ma ha l’obiettivo di eliminare gli ebrei. Le minacce nei giorni scorsi a Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, sono espressione di questo odio".

Perché c’è odio verso gli ebrei? Perché anche Gesù fu odiato? Paolo Ricca lo spiega come espressione di un mondo che vuole vivere senza Dio: Gesù disturba, gli ebrei disturbano. La radice dell’antisemitismo è allora il desiderio di eliminare Dio, per porre al centro solo il proprio “io”, in una forma di ateismo radicale".

Ma, ha concluso: “Se soffia un vento dell'odio e della morte, il vento di Auschwitz, c'è anche un altro vento che soffia potente da Pentecoste in poi: è il vento di Dio, il vento dello Spirito, il vento della vita e dell’amore” che può sgombrare le nubi dell’odio e portare pace.  

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