In occasione del 10 ottobre, Giornata Mondiale della Salute Mentale, vorremmo ricordare Grègoire Ahongbonon, soprannominato il Basaglia africano e grande amico della Comunità di Sant'Egidio. Alla Preghiera per la Pace di Madrid, parlando dei malati psichici, che in alcuni paesi africani vengono ancora oggi legati con catene o filo spinato a tronchi d'albero o a ceppi di legno, ha affermato “E' proprio necessario? Dobbiamo cambiare il nostro comportamento! Perché l'uomo può essere maltrattato fino a questo punto? Passiamo davanti a loro come se non li vedessimo”. I centri gratutiti di accoglienza, fondati da Grègoire Ahongbonon sono squarci di speranza e umanità nella vita dei malati, dove succedono cose veramente straordinarie “I pazienti che si riescono a recuperare dal punto di vista fisico e mentale, a loro volta aiutano, collaborano nei centri; si è riuscito a mandare qualcuno a studiare, a farsi un diploma e sono diventati infermieri qualificati; un paziente addirittura è diventato Direttore del Centro, prima infermiere e poi, dopo 3 anni, addirittura Direttore!”.
Grégoire Ahongbonon è nato mel 1953 da una famiglia di contadini a Ketoukpe, un piccolo villaggio del Benin, ed è emigrato successivamente in Costa d'Avorio. Riparatore di pneumatici, tassista, piccoloimprenditore, ad un certo punto gli affari di Grégoire cominciano ad anadare male, tanto che pensa seriamente al suicidio. Fortunamente un sacerdote lo incontra e gli propone un viaggio a Gerusalemme.
Nel 1982 dopo quel viaggio ed una profonda conversione religiosa, ha iniziato a prendersi cura dei malati psichici a partire da Etienne, infermo di mente, che vagava nudo e abbandonato da tutti nella periferia di Bouakè. Successivamente nel 1994 ha fondato l'associazione "Saint Camille de Lellis", attraverso cui ha raccolto dalla strada tantissimi malati psichici, che sono stati ospitati e curati gratuitamente in Costa d'Avorio, Togo, Benin, Burkina Faso e altre nazioni africane. I malati psichici in alcuni paesi dell'Africa sono “i dimenticati dei dimenticati” e vivono spesso legati ai tronchi degli alberi o a ceppi di legno con catene, oppure tenuti segregati nelle cantine. E' stato soprannominato “il Basaglia africano”, perchè esattamente come Franco Basaglia, lo psichiatra italiano ispiratore della legge di riforma del sistema psichiatrico italiano del 1978, ha ridato la libertà a tanti malati psichici.