Ottant'anni dopo la promulgazione delle leggi razziali, quasi duemila genovesi sono scesi in strada con la Comunità di Sant`Egidio e la Comunità Ebraica per ricordare quella tragica data del 3 novembre 1943, quando ci fu la prima retata nella sinagoga di Genova, iniziando così la deportazione di 261 ebrei verso i campi di concentramento, ne tornarono solo 20, tra cui, Gilberto Salmoni che fu deportato a Buchenwald, l'ultimo testimone genovese della Shoah, presente alla marcia.
Ariel Dello Strologo, presidente della Comunità Ebraica di Genova, nella sinagoga ha detto: "La sorte del nostro vicino dipende da noi. Sempre il nostro agire in mezzo agli altri non è indifferente. Dobbiamo decidere da che parte stare."
Durante l'evento è intervenuto anche Padre Eugène Muhire, testimone del genocidio in Rwanda, che a partire dalla sua esperienza ha detto: "Gli odi più grandi del nostro mondo iniziano da cose piccole".
"Siamo qui non solo per ricordare il passato, ma perché vediamo segnali inquietanti di intolleranza nella società", dice il rabbino capo Giuseppe Momigliano.