''Dobbiamo costruire la pace preventiva, non la guerra preventiva''. Il flash mob dei Giovani per la pace di Milano

#Neveragain - End Gun Violence

Il 24 marzo i giovani americani sono scesi in piazza per chiedere che sia messa fine alla violenza delle armi e delle sparatorie nelle scuole. E i loro coetanei nel mondo li sostengono con oltre 800 manifestazioni in contemporanea. Anche in Italia: a Milano, i Giovani per la Pace della Comunità di Sant’Egidio si sono dati appuntamento per il flash mob #NeverAgain, nella centrale Galleria Vittorio Emanuele. Spiegano: «Ci stenderemo per terra, come le vittime, ripetendo il gesto ideato dagli studenti americani». Nella mattinata invece promuovono nelle scuole superiori altre azioni simboliche, poi diffuse via social network.
Negli Stati Uniti è la prima volta che così tanti giovani si schierano contro il commercio libero delle armi: è la reazione all’ultima sparatoria in un liceo della Florida, che lo scorso 14 febbraio ha causato 17 morti. Da quella strage è nato il movimento March For Our Lives, che organizza la grande manifestazione nazionale di oggi a Washington e che coordina quelle nate “per contagio” in tutto il mondo. Continua Nicoletta dei Giovani per la Pace: «Il nostro flash mob milanese nasce dalla volontà di sostenere i nostri coetanei. Abbiamo colto che oltreoceano c’è una novità e non vogliamo restare indifferenti». Le stragi nei licei statunitensi sono apparentemente lontane, ma le società – e i social sono una potenza in questo – sono sempre più collegate. «È il futuro del mondo – aggiunge la ragazza del movimento di Sant’Egidio – che è connesso. Rendere accessibili le armi non crea sicurezza, ma anzi diffonde violenza. Dobbiamo costruire la pace preventiva, non la guerra preventiva». In questo senso la marcia #NeverAgain è legata a quello che vivono ogni giorno: «Noi siamo giovani concretamente impegnati a migliorare le nostre città e scuole, diffondendo una cultura della pace e della solidarietà».