Da Francesco a Leone XIV, la missione è sempre la pace

Politica e Chiesa, fede e laicità, Francesco e Leone. Ne hanno parlato Luciana Castellina e Andrea Riccardi, intervistati da Ettore Boffano e Fabrizio d’Esposito, nel dibattito sui “due Papi” e sull’ultimo, epocale passaggio di pontificato. C’è un filo rosso che già li tiene assieme: il discorso sulla pace. “Il papato è ormai impegnato nell’azione di pace dal Novecento e dai tempi di Benedetto XV sulla inutile strage’ – ha detto Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’ – La Chiesa ha questo tema nei suoi cromosomi: a tutti i Papi, oltre che nel Vangelo, è chiesto di credere nella pace. Non sono ascoltati dai governi, ma oggi forse sono più influenti di ieri, anche per la grande forza mediatica che il papato ha acquisito. E sulla pace, ovviamente, Leone è in perfetta continuità con Francesco”.
La storica intellettuale comunista, cofondatrice del manifesto, ha invece messo in luce le differenze tra i due: “L'interesse del mondo laico verso la Chiesa è ancora molto alto – sostiene Castellina – e l’abbiamo visto con l’enorme attenzione per il conclave. Mi ha colpito però la diversità tra Leone e Bergoglio. Le parole sono importanti: Francesco si è presentato con un 'buonasera', Prevost invece con un discorso letto dal foglio. Questo segna una grande distanza, il Papa argentino non lo avrebbe fatto. È una questione di qualità umane”.
Riccardi ha raccontato la sua prima impressione del nuovo pontefice, per conoscenza diretta: “Non è un uomo che ti invade di discorsi, mentre Bergoglio era un profluvio. Però uscendo da quell’incontro, ho provato un senso di fiducia, mi sembra una persona seria, che crede davvero in quello che dice”.
Castellina è tornata all’amata politica: “La Chiesa ha un problema difficilissimo: la crisi del capitalismo. In un mondo mai così diseguale, in cui prevalgono violenza, guerra e ingiustizia, il cattolicesimo deve scegliere tra l’adesione alle istituzioni e la rappresentazione dei poveri”.
Riccardi non ha dubbi: “Sulla Chiesa dei poveri, edificata da Bergoglio, non si torna indietro”.