Ventimila iscritti in 36 anni di attività, 535 nell'ultimo anno scolastico. Sono i numeri che indicano il valore e il significato della Scuola di Lingua e Cultura Italiana della Comunità di Sant'Egidio, che ha celebrato la fine dell'anno con la consegna dei diplomi a tutti gli studenti. La cerimonia è stata ospitata nell'aula del Campus dell'Università del Piemonte Orientale, con cui da sempre Sant'Egidio ha una stretta collaborazione. Nella platea, in attesa della consegna, abiti africani, asiatici, donne velate e giovani in costumi tipici delle loro terre. Presenti tutti i maestri della scuola e la presidente della Comunità di Sant'Egidio, Daniela Sironi.
«La Scuola è nata a Roma nel 1982. L'esperienza a Novara è arrivata nel 1989 - spiega il responsabile e uno dei maestri, Gianfranco Giromini - Siamo partiti con un piccolo gruppo di giovani senegalesi impiegati in agricoltura nel Medio Novarese e a oggi abbiamo superato i 20mila studenti iscritti e diplomati, diventando un importante punto di riferimento. Un luogo di accoglienza, aiuto e amicizia. Un luogo che vede intrecciarsi tante storie di vita». Molte le lingue che si sentono parlare nell'occasione, dallo spagnolo all'arabo, dal francese all'inglese. E poi sì anche l'italiano. «A partire da quel lontano 1989 ora le nostre lezioni sono ospitate nelle aule di via Perrone, alla Casa della Solidarietà di Sant'Andrea e alla scuola De Amicis di via Monte San Gabriele. Si tratta di corsi - prosegue Giromini - che danno l'opportunità di ottenere, man mano, le certificazioni, compresa la Bi, quella utile e fondamentale per chi richiede la cittadinanza».
Poter dialogare e capire la lingua del Paese in cui si abita e si vive «è una necessità importante - aggiunge il responsabile della Scuola - La conoscenza dell'italiano, infatti, è la chiave principale e la prima, per l'integrazione. Nelle nostre lezioni non si apprende solo la lingua, però. Si costruiscono amicizie, rapporti e cura e attenzione ai bisogni degli altri. Una solidarietà che lega ciascuno di noi, dagli alunni ai maestri».
Tra le nazionalità rappresentate la prima è il Bangladesh, con il 19% degli iscritti. A seguire il Perù, con il 17, il Marocco, fermo al 12%, il Pakistan e l'Ucraina, entrambe al 10%. E, quindi, a seguire, Egitto, India, Siria, Nigeria, Senegal e Albania. Undici nazionalità che, unite, rappresentano, con 431 iscritti, i quattro quinti di tutti gli studenti. Uno su tre proviene dall'Africa e lo stesso rapporto è per gli allievi asiatici. La maggior parte degli studenti è donna, ben il 58%. Sei su dieci sono musulmani, tre cristiani e poi induisti, sikh, ma anche atei. Per quanto riguarda gli esami, quelli conclusivi del corso di Sant'Egidio sono stati 234,
quelli chiamati "Celi", che al livello A2 consentono di avere la carta di soggiorno, e i Bi per la cittadinanza, sono stati 39 e 35, per 308 attestati.
Sironi: «Con l'istruzione si costruisce la pace. La nostra scuola è un pezzo bello della nostra città». Presente alla consegna degli attestati il prorettore dell'Ateneo, Gianluca Gaidano, che ha augurato a tutti gli studenti «un progetto di vita bellissimo in Italia o dove vorrete essere. Vi ringraziamo di aver portato qui la vostra cultura. È un arricchimento». Alcuni attestati sono stati consegnati anche alla Casa della Solidarietà, alla presenza della docente Upo Carla Ferrario.
[ Monica Curino ]