E' stato firmato a Roma un protocollo tra la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa e la Comunità di Sant'Egidio per favorire il reinserimento lavorativo di ex detenuti e promuovere la formazione professionale per giovani africani. L'accordo prevede la creazione di corridoi di lavoro sicuri verso l'Italia, con opportunità concrete di integrazione.
Cna (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) e la Comunità di Sant'Egidio avviano una collaborazione per gestire e organizzare il reinserimento delle persone in uscita dal regime carcerario, ma anche per affrontare insieme un progetto di formazione rivolto all'Africa , ai suoi giovani e creare corridoi di lavoro sicuri verso l'Italia. Il protocollo è stato firmato giovedì a Roma dal presidente nazionale della Cna, Dario Costantini , e dal segretario generale della Comunità di Sant'Egidio Acap, Cesare Giacomo Zucconi. Obiettivo della collaborazione è quello di creare un modello virtuoso di inclusione lavorativa per persone, soprattutto giovani, che affrontano difficoltà di reintegrazione e rafforzare i legami tra il mondo delle imprese artigiane e il sociale contribuendo a costruire una società più equa e solidale.
Il presidente nazionale della Cna, Dario Costantini, ha spiegato: “È un grande orgoglio la collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio per recuperare attraverso la dignità del lavoro donne e uomini che hanno vissuto momenti di fragilità”. Costantini ha sottolineato che il protocollo si inserisce “tra le molteplici iniziative e progetti realizzati dalla Cna per favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e per dare risposte concrete alle imprese italiane che fanno sempre più fatica a trovare collaboratori. Nei prossimi cinque anni le imprese artigiane devono trovare 400mila dipendenti ed è una sfida enorme”. Lo stesso ha poi ricordato che il 55% delle imprese è guidato da imprenditori con oltre 50anni ed il 10% da ultra 70enni ; a questo si aggiunge che solo un terzo dei figli di titolari di azienda porta avanti il lavoro del genitore. In questo quadro – ha spiegato Dario Costantini – “un progetto per formare i giovani in Africa, portarli in Italia in modo legale, farli vivere nei primi tre mesi con un alloggio sicuro, in modo che entrino dalla porta ufficiale con la speranza concreta di inserirli nelle nostre aziende è uno sforzo importante, e noi come Cna ci crediamo”.
Per Cesare Giacomo Zucconi, rappresentante per l'Italia della Comunità di Sant'Egidio, questa “intesa è stato un grande lavoro, che si inserisce nell´impegno per una pace che è sempre possibile, in quanto è decisivo lavorare per ricucire un mondo lacerato”, e questo vale ancora di più “nell´anno del Giubileo della speranza”. Le carceri quindi – ha aggiunto – “come reinserimento nella società, e come avviamento alla dignità del lavoro”. Ma anche guardando “ai 'corridoi dei lavoratori' dall'Africa per una accoglienza legale e sicura, per agire insieme agli imprenditori per creare vie legali e sicure che abbiano come base una integrazione rapida, in quanto queste persone da subito vanno aiutate con il coinvolgimento della società civile”.
Tra i progetti in corso quelli con Costa d'Avorio, Libano ed Etiopia “Questa intesa con Cna – ha aggiunto Paolo Impagliazzo, segretario generale della Comunità di Sant'Egidio – è un modo concreto per rispondere alle fragilità, un approccio che la Comunità mette sia nei suoi progetti in Italia che in quelli internazionali”.
[ Maria Scaffidi ]