Portare il messaggio di speranza e di rinascita del Natale oltre le mura del carcere. Fare festa con chi, detenuto e quindi lontano dai propri cari, rischiava di vivere questa festa come "un dolore in più". Questo l'impegno delle Comunità di Sant’Egidio italiane, che, nelle scorse settimane, hanno visitato circa 10mila detenuti. Con pranzi condivisi, tombolate, distribuzione di lasagne e piccoli regali, hanno portato un segno di vicinanza e umanità in luoghi spesso contrassegnati invece da abbandono, violenza, solitudine.
Ogni incontro, un volto e un nome: il saluto, gli auguri, il dono, ma soprattutto lo scambio umano con chi regolarmente visita i detenuti o ha scelto di trascorrere il Natale con loro sono restituzione di dignità e inclusione in una familiarità che abbatte le barriere dell'isolamento e il senso di abbandono che spesso segnano la vita in carcere.
Le feste hanno rappresentato in realtà anche l'occasione per riportare l’attenzione sulle difficili condizioni di vita nelle carceri italiane, segnate quest'anno dal tragico record di suicidi e dal persistente problema del sovraffollamento. La partecipazione di tanti volontari, tra cui anche personalità istituzionali, vescovi e religiosi, attori e artisti, ha dato forza a un messaggio importante: il carcere deve tornare al centro del dibattito pubblico, non come luogo di esclusione, ma come spazio di possibile riscatto.
In questo senso ha avuto grande importanza, il 26 dicembre, l'apertura della Porta Santa voluta da papa Francesco nella "basilica" , come lui l'ha definita, del carcere di Rebibbia a Roma. " È un bel gesto quello di spalancare, aprire: aprire le porte - ha detto il papa - . Ma più importante è quello che significa: è aprire il cuore. Cuori aperti. E questo fa la fratellanza. I cuori chiusi, quelli duri, non aiutano a vivere. Per questo, la grazia di un Giubileo è spalancare, aprire e, soprattutto, aprire i cuori alla speranza. La speranza non delude (cfr Rm 5,5), mai! Pensate bene a questo. Anche io lo penso, perché nei momenti brutti uno pensa che tutto è finito, che non si risolve niente. Ma la speranza non delude mai.” LEGGI L'OMELIA COMPLETA.
In questa prospettiva vanno lette le iniziative che Sant'Egidio ha moltiplicato non solo nelle carceri di diversi luoghi d'Italia dal Nord al Sud, ma anche nelle REMS - le strutture sanitarie che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari - e nelle carceri per minori, come è avvenuto a Roma, nel carcere di Casal del Marmo, grazie all'impegno dei Giovani per la Pace.