S. Egidio: «Far sbarcare i migranti salvati»

L'appello del presidente Impagliazzo: «Subito un porto sicuro». Fondazione Migrantes condanna la non tuteladei richiedenti asilo e i respingimenti

 II dibattito sul Mediterraneo, di fatto grande corridoio umanitario che dovrebbe essere gestito unitariamente dai Paesi europei, si è acceso dopo il divieto del ministro dell' interno alle navi Ong battenti bandiera straniera di entrare nelle acque territoriali italiane. I controlli sulle regole di ingaggio sono certamente legittimi ma, come ribadisce il diritto internazionale, non si può non soccorrere in mare chi è in difficoltà, tanto più se le persone, soprattutto minori e donne con bambini, sono a rischio di vita, come sembra siano quelli a bordo delle navi ferme adesso in mare.
Ci sono poi regole europee, per quanto riguarda la situazione. Non è certamente fermando le navi che si combatte la tratta degli esseri umani considerato che esse soccorrono non più del 10% dei migranti che tentano la traversata. Il Papa più volte ha richiamato il dramma di chi muore nel mare fuggendo da situazioni di pericolo e di chi vive nei campi in Libia, veri e propri lager. Per Papa Francesco «non aprire» loro le porte significa mandarli «nei lager dove sono sfruttati e sono venduti come schìavi». Anche il preridente della Cei, card. Matteo Zuppi, ha chiesto nel messaggio al nuovo Governo italiano, attenzione all'accoglienza dei migranti. La Fondazione Migrantes, organismo della Cei, ha firmato con altre associazioni un documento in cui si ricorda la situazione di non tutela dei richiedenti asilo nei campi e si condannano i respingimenti - di oltre 100mila in questi ultimi anni - e le violenze invitando il Governo italiano e l'Europa a fermare il Memorandum Italia-Libia che vede anche l'interpellanza al Parlamento europeo di diversi parlamentari di vari gruppi politici.
In questa situazione non si può perdere di vista la realtà: 1.800 morti nel Mediterraneo nel 2021, continui respingimenti, violenze e morti, diritti negati. «Sia concessa subito la possibilità di sbarcare in un porto sicuro. Nelle prossime ore è previsto infatti un grave peggioramento delle condizioni metereologiche, con il rischio di tempeste e onde alte fino a sei metri. Sia evitata un'ulteriore sofferenza a persone che hanno già subito maltrattamenti e violenze nei campi della Libia». Questo l'appellio lanciato da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, di fronte all'aggravamento delle condizioni sanitarie a bordo delle 3 navi delle Ong ormai da giorni a largo della Sicilia, con circa mille migranti soccorsi in mare, tra cui numerosi minori.
«Con l'Europa - propone Impagliazzo - e, in particolare con i Paesi dei quali le ong battono bandiera, si può trovare un accordo per ricollocare altrettanti richiedenti asilo già presenti sul territorio italiano, secondo la logica della relocation interna all'Unione, già approvata in linea di principio rna scarsamente applicata». Accogliendo favorevolmente la disponibilità della Francia, annunciata in queste ore, occorre ricordare - conclude il presidente di Sant'Egidio - che dall'inizio dell'anno sono sbarcate sulle coste italiane oltre 80mila persone». 


[ I.S. ]