COMUNICATI STAMPA

Firmato un accordo per nuovi ingressi di profughi con i corridoi umanitari

Marco Impagliazzo: “Esiste una via diversa, all’insegna dell’integrazione, per sottrarre persone e famiglie al traffico di essere umani”

 

Questa mattina, al Viminale, è stato firmato un nuovo accordo tra Stato italiano (ministeri dell’Interno e degli Esteri), Comunità di Sant’Egidio, Fcei e Tavola Valdese per l’ingresso di mille profughi aventi diritto alla protezione umanitaria. Si tratta di persone e famiglie vulnerabili, provenienti da diversi paesi a rischio per le guerre in corso e la violenza diffusa e attualmente rifugiati in Libano.

Il protocollo d’intesa prevede l’arrivo dei profughi, in diversi contingenti, nell’arco di tre anni, al massimo, dal primo ingresso. I rifugiati, che in questo modo vengono sottratti al grave rischio dei trafficanti di esseri umani, saranno trasferiti, con un sistema ormai collaudato, in diverse regioni italiane, dove le locali comunità, associazioni, parrocchie accompagneranno l’integrazione con l’apprendimento della lingua italiana, l’inserimento dei minori nel circuito scolastico e l’avviamento al lavoro per gli adulti.

Così il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, subito dopo la firma di questa mattina al Viminale: "E’ un segnale di speranza e di pace in un momento carico di gravi tensioni nel mondo e nel Medio Oriente. Con l’accoglienza e l’integrazione, ormai collaudata, dei corridoi umanitari possiamo restituire il futuro a persone e famiglie fuggite da paesi in guerra, che da mesi, alcune da anni, attendevano una chiamata dall’Europa. E possiamo dimostrare che può esistere una via diversa, per chi chiede di entrare nel nostro continente, che è quella di ingressi regolari, che fanno bene a chi viene salvato come anche a chi accoglie”.

Complessivamente, i corridoi umanitari (portati avanti da Sant’Egidio insieme a diverse realtà associative) hanno permesso l’arrivo in sicurezza in Europa di oltre 8.500 rifugiati. Il progetto, interamente autofinanziato, è realizzato grazie ad una rete di accoglienza diffusa, sostenuta dalla generosità di tanti cittadini italiani, e rappresenta un modello di successo, che coniuga solidarietà, sicurezza e integrazione.