PREGHIERE

L’abito del cristiano è cucito con cinque stoffe: tenerezza, bontà, umiltà, mansuetudine e magnanimità. La meditazione di Marco Impagliazzo su Col. 3, 12-17

TESTO E PODCAST

 

Preghiera con Maria, madre del Signore. Meditazione di Marco Impagliazzo su Colossesi 3, 12-17

Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre.

Sorelle e fratelli,
l’apostolo Paolo, come abbiamo ascoltato, definisce i cristiani “scelti da Dio, santi e amati”. Persone, quindi, che sono state scelte e non lasciate nell’anonimato, amate e non dimenticate, chiamate alla santità, cioè alla diversità della vita rispetto a questo mondo. I credenti, secondo l’apostolo, sono stati messi da parte, scelti per appartenere al Signore e vivere la sua amicizia come figli prediletti.
E questa condizione, che ci richiama l’apostolo, ci chiama a rivestirci di un nuovo abito, che ha cinque aspetti: la tenerezza, la bontà, l’umiltà, la mansuetudine e la magnanimità. È l’abito del cristiano, cucito con queste cinque stoffe. È l’abito di Cristo, e nel cammino di questo tempo così complicato e drammatico, ci incontriamo con una grande domanda, che è quella di rivestirci di queste realtà.
C’è bisogno di rivestire di vestire il manto della tenerezza e della bontà in tante situazioni, nei confronti di tante persone piccole, povere. Per questo la nostra conversione è necessaria. Siamo ancora troppo ripiegati su noi stessi, concentrati su di noi, chiusi nelle realtà piccole dei nostri sentimenti. Bloccati da piccole o grandi paure, privi di un orientamento forte nella vita e protetti dal calore delle nostre sicurezze, mentre per tanti il deserto è duro, arido senza riparo.

Ascoltando il Signore ci si apre una strada, che ci allontana da ciò che è vecchio, da ciò che è freddo e ci allontana dagli altri, per condurci verso l’amore. Dice Paolo: Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, cioè dell’amore, che le unisce in modo perfetto.

Sorelle e fratelli,
la vera conversione è l’amore, ed è la cosa più complessa perché bisogna uscire da sé, entrare in questo amore che è una risposta di fronte al deserto di questo mondo per tane persone. Che è una risposta di fronte alla mancanza di tenerezza, allo smarrimento di questo tempo. L’amore è una risposta ed è il legame che tiene unite le cose buone e rende la comunione tra i fratelli e le sorelle salda e compatta: Siete stati chiamati ad un solo corpo.

Siamo uniti come un solo corpo, e la saggezza dell’apostolo, in un tempo tanto diverso dal nostro, mostra con chiarezza il bisogno che c’è in ogni stagione della vita, il bisogno che c’è dell’amore e della pace: Rivestitevi della carità e la pace di Cristo regni nei vostri cuori. È il suo messaggio. Non è una semplice esortazione, è una intuizione profonda e spirituale del sapiente che si nutre della Scrittura, della Parola di Dio, e conosce il cuore dell’uomo. Il mondo ha bisogno di amore e di pace. Tante persone, i piccoli, i poveri, i fragili, hanno bisogno di amore e di pace. La stessa comunità dei credenti, la Chiesa, ha bisogno di amore e di pace.

Fratelli e sorelle,
in questo tempo confuso brilli la Comunità, brilli la luce delle comunità dei credenti, che hanno da dire molto alla città in cui vivono, al paese in cui vivono, se sono rivestiti dell’abito della carità, cioè dell’amore. Perché la vita cristiana, la vita della Comunità, è luce preziosa per il mondo. senza quella luce, che viene da Gesù, l’umanità vivrebbe al freddo, senza nulla che la riscaldi.
Sia allora l’amore, nelle parole e nelle opere, la via per accompagnare tanti fuori dalla confusione e dalla durezza del deserto. Siano la tenerezza e la bontà a guidarci all’incontro con gli altri. Regni la pace nei cuori, perché possiamo placare le tempeste che nascosto nei cuori delle persone e dei popoli.

Ma soprattutto, ci esorta l’apostolo, siamo grati. La gratitudine è il segno che siamo vicini al Signore, siamo tra coloro che ringraziano. Ringraziano per il dono di quella Parola che vive nella Comunità nella sua ricchezza. Lasciamo che la Parola di Dio viva nella Comunità nella sua ricchezza, perché la Parola di Dio è ricca. È ricca di tante indicazioni, di tanta sapienza, di tante parole che possono liberare il nostro cuore, la vita di tanti cuori imprigionati. Possono liberare il mondo dal triste destino del conflitto, della contrapposizione, se non della guerra.
Siamo tra coloro che arricchiscono l’anima del mondo! Con la gratitudine del figlio che sa di avere un posto nella casa del Padre, con la missione del discepolo che comunica il Vangelo.