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La forza della gratuità e il valore di una cultura di pace in una società competitiva. Sul giornale mozambicano Noticias una lunga intervista a Nelson Moda

 

"Ci sono problemi, è vero, ma stiamo uscendo dal pozzo". E' il titolo dell'articolo che Noticias, il primo giornale del Mozambico, ha pubblicato a tutta pagina con un'intervista a Nelson Moda, vicepresidente di Sant'Egidio e responsabile delle Comunità in Mozambico, in cui si dà largo spazio al lavoro di solidarietà che la Comunità fa con la popolazione più vulnerabile e per diffondere una cultura di pace. In un momento in cui, a causa della diminuzione degli aiuti internazionali, aumenta la difficoltà delle istituzioni a fare fronte alle numerose crisi aperte nel paese - tra cui quella drammatica dei profughi del nord - risalta con maggiore forza il valore dell'impegno di Sant'Egidio e della promozione di iniziative di solidarietà che coinvolgono migliaia di persone nel paese, costituendo una rete di protezione per le fasce più fragili della popolazione. 
Riportiamo alcuni stralci della lunga intervista . La versione integrale in portoghese si può
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La vita, un po' ovunque, ci mette continuamente alla prova. La crescente richiesta di condizioni migliori, la crescita demografica, la migrazione rurale e la limitatezza delle opportunità fanno sì che migliaia di persone vivano quasi sempre con il fiato sospeso e completamente dipendenti dalla solidarietà.
È proprio in questo ambito, quello della solidarietà, che la Comunità di Sant'Egidio, un'organizzazione della Chiesa cattolica, si distingue per la promozione di una serie di iniziative incentrate sul benessere delle persone. Nella città di Beira, la Comunità si impegna nella costruzione di alloggi per le famiglie bisognose che hanno subito direttamente gli effetti devastanti del ciclone Idai, promuove cene di solidarietà e offre sostegno scolastico e sanitario.

Si tratta di attività che coinvolgono volontari e professionisti di diversi settori interessati a sostenere i più vulnerabili. Tra queste persone di buona volontà spicca la figura di Nelson Moda, insegnante e rappresentante della Comunità di Sant'Egidio a Sofala, che ha accettato di parlare con “Notícias” per una panoramica dall'interno delle attività dell'organizzazione.

Notícias: La Comunità di Sant'Egidio si sviluppa in molteplici ambiti, ma concentriamo la nostra attenzione sulla città di Beira... Allora, per iniziare... Qual è la filosofia che la Comunità segue nel sostegno alle popolazioni vulnerabili?
Nelson Moda: La nostra principale forza, che ci  guida nelle attività, non solo a Sofala ma in tutto il mondo, è mettere al centro la gratuità. Quindi questa è, diciamo, la nostra forza maggiore, ovvero che tutto ciò che facciamo deve essere gratuito.

Notícias: Come funziona questa gratuità? 
Nelson Moda: Attraverso il volontariato. La Comunità fa molte cose, nel campo della salute, sociale e in altri settori. Sono attività che difficilmente possono fallire, perché fin dall’inizio non sono pensate secondo una filosofia di finanziamento.

Notícias: Puoi spiegarti meglio?
N.M.: Non è esattamente una filosofia, ma uno stile di vita... offrirsi agli altri, nella convinzione, anche biblica, che ci sia più gioia nel dare che nel ricevere. Quindi, è da lì che chiunque voglia far parte della Comunità, come volontario, anche se altri ne fanno parte come medici a contratto, quindi stipendiati, deve sempre essere valutato per il suo impegno, il suo umanesimo, la sua capacità di andare oltre i limiti contrattuali.

Notícias: È così semplice?
N.M.: Beh, questo è ciò che guida le nostre attività. Ma è anche vero che i servizi gratuiti hanno un prezzo, nel senso che, se vogliamo curare i pazienti affetti da HIV/AIDS, ad esempio, solo per citare il settore sanitario, abbiamo bisogno di attrezzature, laboratori... Abbiamo un laboratorio di riferimento qui in provincia, che non serve solo la Comunità, ma anche la rete sanitaria pubblica.

L’intervista prosegue affrontando diversi aspetti delle attività che la Comunità porta avanti in Mozambico: dal programma DREAM, nato come programma per la cura dell’Aids ma oggi cura anche una serie di malattie non trasmissibili, al programma BRAVO! per la registrazione gratuita dei bambini, alle cene itineranti per i senza fissa dimora che raggiungono anche tanti bambini di strada, dove oltre a cibo si dà amicizia, alle scuole della pace dove oltre al supporto scolastico si insegna ai bambini – che rappresentano il futuro della società - la solidarietà, il rispetto per i deboli, il valore della pace.Perchè in una società sempre più competitiva, dove la maggior parte della popolazione non ha mai conosciuto la guerra, parlare della pace è fondamentale, sottolinea Nelson Moda.

La domanda finale riguarda come cambiare i paradigmi della società 

Nelson Moda: Dobbiamo guardare bene a questa generazione. Non possiamo aver paura di dire loro che la guerra è un orrore, è terribile. Trasmettere questa memoria collettiva, ad esempio della guerra dei 16 anni, anche se dolorosa, può servire da antidoto per prevenire altri scenari... Perché nessuno ha detto loro che in Mozambico si stava molto peggio. Nessuno ha detto loro che era difficile andare a scuola, che non c'erano ospedali. Oggi ci sono ancora problemi, ma stiamo uscendo dal fondo del pozzo".