In questi giorni alcuni Giovani per la Pace di Roma e Genova hanno partecipato alla Summer School con la Comunità di Balaka, in Malawi, che ha coinvolto circa 200 bambini e adolescenti del Centro Nutrizionale. Sono stati giorni intensi di amicizia, impegno e solidarietà, culminati in una grande manifestazione per la pace che ha attraversato le vie della città.
La preparazione ha coinvolto tutti, nessuno escluso. I bambini hanno realizzato scritte e disegni sul tema della pace, mentre gli adolescenti hanno preparato cartelli con i nomi di tutti i Paesi colpiti da guerre e violenze, portati in alto durante la marcia.
Tra striscioni colorati, canti festosi e cori, il corteo ha sfilato tra capanne, negozi e abitanti del luogo, raccontando con entusiasmo un sogno di pace ispirato alla figura di Floribert Bwana Chui, la cui storia è stata al centro delle attività dei giorni precedenti.
Il lungo corteo, guidato dallo striscione “NDIFE OMANGA MTENDERE” (“Siamo costruttori di pace”), è arrivato a un piccolo palco, dove alcuni ragazzi hanno pronunciato una dichiarazione di impegno a contribuire, ciascuno nelle proprie possibilità e con la sua età, a costruire la pace "nelle case, nelle scuole, nelle strade di ogni città e villaggio".
Tra striscioni colorati, canti festosi e cori, il corteo ha sfilato tra capanne, negozi e abitanti del luogo, raccontando con entusiasmo un sogno di pace ispirato alla figura di Floribert Bwana Chui, la cui storia è stata al centro delle attività dei giorni precedenti.
Il lungo corteo, guidato dallo striscione “NDIFE OMANGA MTENDERE” (“Siamo costruttori di pace”), è arrivato a un piccolo palco, dove alcuni ragazzi hanno pronunciato una dichiarazione di impegno a contribuire, ciascuno nelle proprie possibilità e con la sua età, a costruire la pace "nelle case, nelle scuole, nelle strade di ogni città e villaggio".
"Ce lo ha insegnato Floribert - hanno dichiarato - la violenza non è mai un’opzione, c’è sempre un’altra via. La nostra via parte da Balaka e vuole raggiungere ogni luogo ancora in guerra.”