"La solitudine accresce la povertà. Servono centri di prossimità”: Marco Impagliazzo presenta i dati sull'impoverimento della popolazione e le proposte di Sant'Egidio

La presentazione della guida DOVE mangiare, dormire, lavarsi. La campagna "Aggiungi un posta a tavola" per sostenere i pranzi di Natale con i poveri

Impagliazzo: “Il Ministero della Salute implementi la legge 33 per l’assistenza sociosanitaria degli anziani con i decreti attuativi. E’ necessario rivedere l’assegno di inclusione per più fasce d’età – L’aumento significativo delle persone che vivono da sole impone la creazione di “centri di prossimità” - I pranzi di Natale con i poveri: fino al 29 dicembre la campagna “A Natale aggiungi un posto a tavola” con il numero solidale 45586

“Una società con più poveri, ma anche con più persone che vivono da sole e, per questo, fanno più fatica ad andare avanti”. E’ la fotografia della popolazione che ha bisogno, raccontata questa mattina dal presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, in conferenza stampa. Il numero di persone in difficoltà economica ha raggiunto livelli mai registrati negli ultimi dieci anni. Oggi, circa 5.7 milioni di persone, pari al 9.7% della popolazione italiana, vivono in povertà assoluta, cioè il 9,7 per cento della popolazione mentre 16 anni fa eravamo al 3,6%. Una condizione che interessa oltre 2 milioni e 200mila famiglie italiane. Una povertà assoluta che incide di più al Sud e nelle Isole e, a sorpresa, anche al Nord.

“Ma c’è anche un altro dato significativo – spiega Impagliazzo -: in molte grandi città quasi la metà delle persone vive da sola e non si tratta soltanto di persone anziane, che più facilmente sperimentano la riduzione delle reti sociali. A Roma il 45,2% delle famiglie ha un solo componente: un’Italia con più vecchi, con più poveri, ma anche con più ‘soli’”.

Presentate anche alcune proposte per eliminare gli ostacoli economici e burocratici, che rendono più difficile la vita alle persone fragili: creare nuovi “centri di prossimità” che offrano orientamento ai cittadini e garantiscano un aiuto immediato e personalizzato a chi ne ha bisogno, contribuendo a colmare le lacune del sistema attuale. “Questi spazi, sul modello delle Case dell’Amicizia di Sant’Egidio – ha detto Impagliazzo -, sono essenziali per fornire assistenza concreta alle persone in difficoltà, ma sono spesso insufficienti o inesistenti. Durante la pandemia abbiamo cominciato con la distribuzione di pacchi alimentari e di vestiti ma poi ci siamo fatti carico anche degli altri bisogni delle persone che si rivolgevano a noi: orientamento al lavoro, consulenza legale, per l’assistenza sociale e previdenziale, orientamento sanitario, ricerca abitativa”.

“Il Giubileo può essere un’occasione importante per contrastare la precarietà abitativa”, ha concluso Impagliazzo, rilanciando la proposta di una moratoria degli sfratti per l'Anno Santo, come pure l’appello di Papa Francesco ad “aprire le case della Chiesa” a chi ne ha bisogno. Il presidente di Sant’Egidio ha inoltre auspicato una “crescente sinergia tra istituzioni e società civile” per incrementare l’accoglienza notturna dei senza fissa dimora durante i mesi freddi e ha invitato i cittadini ad “aderire alla raccolta di coperte e altri beni di prima necessità per aiutarli”.

Presentata infine la campagna “A Natale aggiungi un posto a tavola” con il numero solidale 45586. Fino al 29 dicembre, grazie alla collaborazione delle compagnie telefoniche, di Rai, Mediaset, La7, Sky e al sostegno di tanti, a cominciare dalla FIGC, sarà possibile regalare alle persone più fragili un pranzo degno del 25 dicembre, con un pasto abbondante, un dono e il calore di una casa. Dal Natale 1982 quando, per la prima volta, alcuni poveri furono accolti nella basilica di Santa Maria in Trastevere, il banchetto si è allargato fino a coinvolgere 80mila persone in Italia e 250mila nel mondo.