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Ad Amsterdam "Morire di Speranza", una celebrazione ecumenica con la Comunità di Sant’Egidio per ricordare i migranti morti alle frontiere dell'Europa

Domenica 3 novembre, alle ore 15, presso la chiesa di Mosè e Aronne ad Amsterdam, si è svolta la commemorazione ecumenica annuale "Morire di speranza" in ricordo dei profughi che hanno perso la vita alle frontiere europee nell’ultimo anno. L’evento - organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio in collaborazione con il movimento Catholic Worker, il Consiglio delle Chiese di Amsterdam e il Diaconato protestante della città - ha visto la partecipazione anche di rappresentanti di diverse confessioni religiose.

Innumerevoli i nomi e le storie dei migranti morti durante il viaggio verso l'Europa risuonati durante la commemorazione, segno che nessuno deve essere dimenticato. Abdelkader Benali, scrittore e conduttore televisivo, ha offerto una riflessione sui drammi dei migranti e sulla necessità di non dimenticarli.

In seguito, i pastori di diverse chiese cattoliche, ortodosse e protestanti hanno pregato per le migliaia di rifugiati che hanno perso la vita nella speranza di un futuro migliore. La cerimonia si è conclusa con una processione di alcune centinaia di persone lungo il fiume Amstel, dove sono stati deposti fiori in onore dei defunti.

Prima della commemorazione, la scrittrice Rosita Steenbeek ha tenuto una conferenza in cui ha raccontato le storie dei molti rifugiati incontrati a Lampedusa, in Sicilia e in Libano, alcuni dei quali hanno trovato un posto sicuro in Italia attraverso i corridoi umanitari di Sant'Egidio. "In un momento in cui la politica e il discorso pubblico dei Paesi Bassi disumanizzano sempre più i rifugiati - ha affermato - è ancora più importante continuare a raccontare le storie di persone, fratelli e sorelle, sia quelle dolorose che quelle che testimoniano che l'integrazione è possibile".