Ricca di segni e canti la preghiera in memoria delle persone che hanno perso la vita nel mar Mediterraneo o seguendo altre rotte, anche via terra. A Catania sono stati in tanti a raccogliere l’invito della Comunità di Sant’Egidio a pregare per le oltre 66.000 persone che dal 1990 ad oggi hanno purtroppo perso la vita nel tentativo di fuggire dal proprio Paese e trovare altrove condizioni di vita migliori, più sicure e segnati dalla Pace.
A presiedere la Preghiera è stato mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, che ha sottolineato l’importanza di pregare insieme tra confessioni e tradizioni religiose diverse per la Pace così come per la vita di ogni uomo, contemporaneamente chiedendo politiche che mettano sempre al centro la difesa della vita stessa.
Alla Preghiera era presente, oltre al direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale dei migranti don Carlo Palazzolo, anche l’imam di Catania Kheit Abdelhafid, il prete coopto d’Egitto Abuna Pola, l’assistente spirituale della comunità cingalese e diverse altre espressioni della chiesa di Catania.
Bella l’alternanza di preghiere e canti tra le diverse comunità etniche presenti che hanno voluto partecipare contribuendo anche ad animare la preghiera come fatto dalla comunità cingalese e da tanti africani.
Commuovente è stato infine ascoltare i nomi ed alcune delle storie dei tanti migranti morti in questi anni. Ogni lettura è stata accompagnata dall’accensione di una candela e dal silenzio rispettoso dell’assemblea.
Così Walter Cerreti della Comunità di Sant’Egidio: "In un momento in cui in tanti continuano a perdere la vita in cerca di speranza, come i recenti fatti di Roccella Jonica e Lampedusa continuano a raccontare, noi vogliamo combattere l’indifferenza con la memoria e la preghiera, chiedendo politiche umane e vie legali di accesso per i migranti in Italia".