La sede dei Giovani per la Pace a Kiev, colpita il 16 marzo 2022 dall'esplosione di un missile, è stata riaperta sabato 27 gennaio. Per l’occasione, nei locali ristrutturati, si sono radunati studenti liceali e universitari: alcuni di Kiev e altri sfollati dalle regioni vicine alla linea del fronte. I Giovani per la Pace infatti sono diventati, in questi anni di guerra, un ambito di integrazione tra ragazze e ragazzi che provengono da storie e situazioni diverse, ma che vivono lo stesso dramma. Una risposta al disorientamento, alla solitudine e al trauma di chi - giovane e giovanissimo - ha conosciuto la violenza della guerra nelle proprie città di origine e l’esodo in cerca di rifugio.
L'impegno di solidarietà dei Giovani per la Pace in questi due anni di guerra, con i senza dimora e gli anziani, con i bambini e gli sfollati, è risuonato nel corso di un’assemblea vivace e partecipata. "L’opportunità di aiutare gli altri è un aiuto per gli stessi giovani, che hanno bisogno di socializzare, comunicare, sentirsi utili e sviluppare i propri talenti. E una casa è un dono speciale per i giovani che l’hanno persa", ha detto Olga Makar, responsabile dei Giovani per la Pace in Ucraina.
A Kiev i giovani sono attivamente coinvolti nel lavoro dei due centri umanitari per gli sfollati, aperti da Sant'Egidio. Un terzo centro sarà presto inaugurato proprio in questa sede appena ritrutturata. Inoltre, sempre nei locali ripristinati all’uso, aprirà una nuova Scuola della Pace rivolta a bambini che provengono dalle zone di guerra, che si affiancherà alle due già attive. Una risposta alla fame di istruzione dei bambini ucraini, alcuni dei quali non hanno mai potuto sedersi, se non sporadicamente, sui banchi di scuola, dal momento che dal 2020 - prima a causa del lockdown e poi per la guerra – molti istituti sono rimasti chiusi.
La riapertura della sede è stata un momento di gioia e di gratitudine, e allo stesso tempo di intenso scambio e riflessione, con un vivo senso di responsabilità di fronte alle sfide urgenti che la guerra impone riguardo alla condizione di chi più ne soffre le conseguenze e ha bisogno di un surplus di solidarietà e vicinanza. “Con il nostro lavoro resistiamo al male”, ha detto G. “Questa casa, danneggiata dalla guerra, è ora piena di vita: ospiterà la scuola della pace, la preghiera, un centro per gli sfollati. E qui cucineremo la cena itinerante per i senza dimora”, ha aggiunto Katya.
L’intervento in videoconferenza dei Giovani per la Pace da Leopoli e Ivano-Frankivsk e anche di una delegazione in collegamento da Roma ha testimoniato in maniera visibile il legame di solidarietà e di vicinanza che unisce tanti altri Giovani per la Pace, in Ucraina, in Europa e nel mondo, a Kiev e ai suoi giovani.
Continuiamo a sostenere gli aiuti
all'Ucraina