PACE

"Il Congo qui non è dimenticato, è sempre al cuore della vita e della preghiera della Comunità di Sant’Egidio". La preghiera per la pace in Congo a Santa Maria in Trastevere

“Il Congo qui non è dimenticato! Anzi, il Congo è sempre al cuore della vita e della preghiera della Comunità di Sant’Egidio” Con queste parole di saluto del presidente Marco Impagliazzo si è aperta la preghiera per la pace in questo grande paese dell’Africa, che si è tenuta a Santa Maria in Trastevere l’11 ottobre, nella festività di San Giovanni XXIII.

“Sant’Egidio – ha proseguito - ha tantissimi legami spirituali, umani, sociali, con il Congo, dove tante comunità, da Kinshasa a Goma, da Bukavu ad altre città del Congo, nell’Equatore, vivono e operano ogni giorno per il bene del paese e per la pace.
Insieme al cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa e al cardinale Matteo Zuppi, tutti i vescovi congolesi venuti a Roma per la visita ad limina, hanno preso parte a questa invocazione di pace per il loro paese.

“E’ una gioia pregare per la pace di questo grande paese pieno di sofferenza, continente nel grande continente - ha detto il cardinale Zuppi nella sua omelia ricordando le parole del papa - diaframma d’Africa, diamante del creato. E la preghiera questa sera è proprio pensando alla terribile violenza che ha insanguinato la terra del Congo da tanti anni, e quindi, come quella vedova, con insistenza facciamo nostra quella sofferenza e la ricerca di giustizia da quel giudice iniquo, che acquista tanti nomi, che ha tante responsabilità. Perché la violenza e l’odio non abbiamo più posto nel cuore e sulle labbra di nessuno, nè nelle mani. Perché nessuno si abitui al sangue, che in questo paese scorre ormai da decenni, mietendo milioni di morti. E possa tornare a splendere, nella bellezza della vita e della fede, che la fa risplendere perché illuminata dall’amore di Dio. (...)

Gesù non ci abbandona alla tentazione, ci insegna, nella guerra, nella violenza, a combattere il male, disarmati ma fermi. È lui che nella prova ci permette di non essere persuasi dalle ragioni del male. È lui che ci insegna ad essere luce nel buio, a non accettare mai le ragioni dell’odio che inquinano le relazioni. È lui che ci insegna a rimettere la spada nel fodero e a vincere l’odio con la conoscenza e l’amore. È lui che ci insegna a liberare il mondo, e oggi lo chiediamo tanto per il Congo, quella terra dal male.
Non ci abbandona Gesù e ci aiuta ad affrontare con forza, con intelligenza, con visione, quando ancora non c’è la pace, a volerla, sapendo che così verrà la pace e quindi restando luce nelle tenebre. E la chiesa in Congo fa sue le speranze di giustizia e di pace, che sono nel cuore di tutti. E il Signore benedica questa vostra scelta, coraggiosa e profetica, che con tanta passione papa Francesco ha raccolto e ha fatto sua nella visita nel vostro paese. E che vi permette di affrontare le prove con la forza dei cristiani, quella che prepara il futuro e sconfigge la pandemia della guerra”.

Nel saluto finale, il cardinale Fridolin Ambongo ha dato le dimensioni di questa terribile violenza “Ieri abbiamo ricevuto questa notizia dalle Nazioni Unite, diceva: ogni giorno in Congo 9 persone che vengono ammazzate. Ogni giorno 9! È da 30 anni che questa situazione va avanti. Venendo qui alla Comunità di Sant’Egidio noi sappiamo che è un modo non soltanto per pregare con voi, ma anche conosciamo la vicinanza di questa Comunità al popolo congolese. La prossimità, l’amicizia, ma anche l’azione che la Comunità di Sant’Egidio fa per questo popolo che soffre”.
Ed ha concluso invitando a pregare per la missione del cardinale Zuppi per la pace in Ucraina.