Si è svolto ieri, nel teatro Tor Bella Monaca, l'incontro, promosso dai Giovani per la Pace di Sant'Egidio, "Non c'è pace senza memoria" con Lea Polgar, ebrea di Fiume, scampata alla deportazione degli ebrei grazie all'aiuto di alcuni "giusti".
Tra i palazzi grigi di Tor Bella Monaca, spesso al centro di episodi di cronaca, si è fatta cultura nella convinzione che "chi non ha memoria del passato è condannato a ripeterlo".
Un incontro commovente con trecento ragazzi in presenza e molti altri collegati a distanza delle scuole medie I.C. “Donatello”e dell’I.C. di via Acquaroni e via Merlini, che hanno ascoltato a lungo la storia di Lea, strappata ai genitori nel '38, all'età di soli 5 anni e che, dopo vari nascondimenti e umiliazioni, riuscirà a riabbracciare si suoi genitori solamente nel '44.
Nel corso del suo racconto, Lea ha rievocato come alla fine della Seconda Guerra Mondiale tutti fossero accomunati dallo slogan "Mai più la guerra!" mentre oggi assistiamo ad una riabilitazione impensabile della guerra. "Vedendo le immagini della guerra in Ucraina – ha osservato - mi torna alla mente il rumore delle sirene, gli aerei che oscuravano i cieli, il tragico bombardamento di San Lorenzo...la guerra porta via tutto, non ci sono parole per descriverla". “Così" - ha proseguito - "provo paura, non tanto per me, che a maggio compirò 90 anni, ma più per voi ragazzi. Fate tutto quello che potete, con manifestazioni e altre iniziative, per contrastare questi venti di guerra".
I ragazzi hanno voluto rispondere alle parole di Lea leggendo un appello di pace “Ci chiediamo: qual è il futuro che vogliamo? Siamo convinti che non c’è pace senza memoria. Purtroppo spesso si dimenticano gli errori del passato e così finiamo per ripeterli, come sta succedendo oggi con le tante guerre che ci sono nel mondo. Siamo preoccupati per la vendita di sempre più armi per fare nuove guerre e perché si minaccia l’uso di armi atomiche. Mai più la guerra! La guerra distrugge e basta. Solo la pace costruisce”.