Scrivere a un condannato a morte è una battaglia per la vita

un approfondimento nella Giornata Mondiale contro la Pena di Morte

 

 

La Comunità di Sant’Egidio sostiene e accompagna tutte le iniziative che favoriscono e in qualsiasi modo facilitano o accelerano i processi di abolizione della pena capitale in ogni Paese del mondo, a partire dall’introduzione progressiva e propedeutica all’abolizione rappresentata dalla Moratoria delle esecuzioni negli Stati che ancora mantengono questa misura così disumana.

Dal 1998 ad oggi iniziative e proposte sono state rivolte a tanti diversi interlocutori: esponenti della cultura, leader religiosi, esponenti politici ed istituzionali, associazioni, singoli volontari, opinion maker, attivisti e testimonial, esponenti di Istituzioni pubbliche delegate all’amministrazione della giustizia.

Tra questi non vanno dimenticati gli “amici di penna”, donne e uomini di ogni parte del mondo che instaurano rapporti epistolari prolungati con condannati a morte. Sono migliaia di persone, giovani, anziani, dall'Europa, l'Africa, L'Asia e l'America, che diventano per chi è nel braccio della morte, un legame con il mondo esterno, una presenza familiare e affettuosa, spesso l'unico contatto umano.

Gli amici di penna scelgono lo strumento povero del foglio, penna e francobollo per raggiungere e dare voce a chi è condannato senza appello.  Dal 2002 sono stati realizzati 12.484 abbinamenti tra un amico di penna e un condannato.

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