La morte del giovane guineano Moussa Balde, una ferita aperta. La preghiera di Sant'Egidio a Torino con mons. Nosiglia

 

 

Tanti i torinesi che hanno risposto all'invito della Comunità di Sant'Egidio alla veglia di preghiera per Moussa Balde nella Chiesa dei Santi Martiri. Giovani e anziani, migranti e profughi, insieme si sono ritrovati per pregare per lui.
L'arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, che ha presieduto la veglia, ha espresso l'inquietudine, l'amarezza e il cordoglio della Chiesa e della città per il suicidio di Moussa, reclamando l'apertura dei CPR, i Centri di Permanenza per il Rimpatrio, alle visite di volontari e ministri del culto e chiedendo tutela dei diritti della libertà personale.

È «una ferita aperta» e «pesa profondamente sul mio cuore, ma anche su quello di tutte le persone di buona volontà, impegnate nell’aiuto ai migranti. E di fronte a questo sento il dovere di alzare la voce» ha detto mons. Nosiglia nella sua omelia, in cui ha chiesto a tutti un sussulto di coscienza, riflettendo su una storia "che fa emergere una lunga catena di dettagli, sempre dello stesso colore: indifferenza, solitudine, abbandono, violenza".
Nel suo saluto Daniela Sironi, responsabile di Sant'Egidio a Torino, ha ricordato come quella veglia fosse l'immagine di persone unite come in una famiglia in cui Moussa è figlio, fratello, nipote. "Siamo chiamati a vivere come familiari e non come uomini donne indifferenti, perché nessuno più sia considerato straniero".

Approfondimenti

L'omelia di mons. Nosiglia «Il tuo suicidio è ferita aperta, peso sul mio cuore e su quello di Torino» - Famiglia Cristiana 01/06/2021

La Voce e il Tempo: Ai Santi Martiri la veglia per Mousa Balde