A Milano la Comunità, in questa estate calda e segnata ancora dal timore della pandemia, ha dato vita ad un capillare progetto di monitoraggio per aiutare gli anziani ad affrontare il caldo, prevenire il virus e restare nella propria casa.
Al Corvetto, il quartiere dove Sant’Egidio è presente da tanti anni, è stata creata una rete di aiuto e di solidarietà, di cui fanno parte anche gli adolescenti cresciuti alla Scuola della Pace, che si fanno vicini agli anziani anche nelle necessità della vita quotidiana. Piccoli-grandi sostegni che fanno la differenza e riducono il rischio dell’istituzionalizzazione (è la storia di C., che a 12 anni, ogni giorno fa la spesa al suo amico Bruno, ottantaseienne, ritrovando – entrambi - il calore di una famiglia).
Inoltre, dall’inizio di maggio, quando gli istituti sono stati chiusi a ogni contatto con l’esterno a causa Covid-19, la Comunità di Milano ha organizzato un’équipe di operatori che hanno ottenuto la possibilità di entrare nelle RSA più segnate dalla pandemia. Trascorrendo del tempo con anziani rimasti per mesi chiusi nelle loro camere li aiutano a riprendere il contatto con il mondo e allo stesso tempo forniscono loro le informazioni necessarie per la prevenzione del contagio del coronavirus, come il corretto uso dei dispositivi di protezione. Il progetto è stato reso possibile anche dal sostegno della Fondazione Amplifon.
Dopo mesi segnati da tante morti di anziani nelle strutture residenziali della Lombardia, è il momento per ripensare a nuovi modelli di assistenza e cura per i più vulnerabili: cohousing, condomìni protetti, assistenza domiciliare sanitaria e sociale,.
Diceva il cardinal Martini nel 1990: «Sulla dignità della vita offerta agli anziani si misura il profilo etico di ogni società e dell’Europa: è un test che mostra l’eticità della convivenza umana». L’impegno di Sant’Egidio oggi, come è sottolineato anche nell’appello “Senza anziani non c’è futuro” che continua a raccogliere numerose adesioni, va proprio in questa direzione.
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