Alcune diocesi del Nord avevano già sospeso le messe. Ieri notte è arrivato il decreto del presidente del Consiglio (con direttive decisive per ridurre il contagio), con le disposizioni sulle «cerimonie religiose». È iniziato un negoziato serrato tra Cei e Palazzo Chigi, che non è sembrato disponibile a ragioni d’altro ordine da quelle dei suoi tecnici. Dopo un braccio di ferro, la Cei ha ceduto: funerali e messe sospesi in Italia. Chi conosce i toni cortesi della Cei coglie subito un forte disappunto nel comunicato, pur essendo sempre pronta a collaborare, tanto da dire che il decreto è stato accolto solo per «contribuire alla tutela della salute pubblica» e che si tratta di «un passaggio fortemente restrittivo». La Chiesa non apre una crisi nell’emergenza. Ma c’è un’incomprensione della sua realtà. (Continua a leggere sul Corriere della Sera)