A Padova, Capitale Europea del Volontariato, la Scuola della Pace pensa al futuro, educando i bambini

 

 

Padova è la Capitale Europea del Volontariato per il 2020. Al Convegno di inaugurazione, dal titolo “Ricuciamo insieme l'Italia”, il Presidente Mattarella ha chiesto che “questi mesi rappresentino un avanzamento per l'intero Paese, una stagione di crescita collettiva”. Uno di modi più semplici, ma anche più concreti, per far crescere la società è pensare alla crescita dei più piccoli, in particolare, educandoli alla convivenza, alla pace e alla solidarietà. 
Proprio a Padova, la Comunità di Sant’Egidio promuove la Scuola della Pace, in tre quartieri periferici della città: Arcella, Guizza e Mortise, dove sono coinvolti oltre 150 bambini fra i 6 e i 10 anni, aiutati ed accompagnati da un’ottantina di ragazzi universitari e delle scuole superiori. In un momento in cui crescono i muri, le relazioni si lacerano e in tempo di crisi, come ricorda Andrea Riccardi, c'è sempre un nemico, la Scuola della Pace lavora per ricucire il tessuto della società, a partire dai bambini.
Racconta Tommaso Opocher della Comunità di Sant'Egidio: “Coi bambini abbiamo più volte trattato il tema del diritto alla cittadinanza e Giacomo di 10 anni, ad esempio, non capisce perché il suo amico Benard di 11 anni, non sia italiano come lui. Eppure Benard è nato in Italia, si conoscono da tanti anni, tifano per la stessa squadra, piace ad entrambi la pizza margherita!”
La Scuola della Pace è un luogo in cui insegnare ai bambini e  ai giovani a guardare lontano; come ha sottolineato sempre il Presidente Mattarella è importante “alzare lo sguardo oltre i confini del proprio borgo per guardare all’umanità”. Nei giorni scorsi ad esempio in tutte le Scuole della Pace di Padova si è parlato e si è pregato per Laurent, il giovane ivoriano trovato morto qualche settimana fa a Parigi nel vano del carrello di un aereo mentre cercava di raggiungere l’Europa. I bambini si sono impegnati a ricordarlo, come fanno per Yaguine e Fodè, i due giovani guineani morti nello stesso modo nel 1999, per i quali si canta sempre una canzone a loro dedicata che riporta il testo della lettera che portavano con sé nel loro viaggio.
Alla Scuola della Pace i bambini vengono aiutati a studiare, ma anche ad amare il mondo e ad essere accoglienti. Nelle ultime settimane, a Mortise, sono stati ospiti di eccezione due bambini rom di 8 e 9 anni che si sono trovati, insieme alla loro famiglia, a vivere improvvisamente per la strada. Mentre si sta ancora cercando per loro una soluzione abitativa stabile sono stati “adottati” dai bambini della Scuola della Pace ed Elena, di 10 anni, ha pensato anche di fare una proposta seria alla sua famiglia: di accoglierli a casa sua per dare loro un tetto ed un letto!
Il sociologo Zygmunt Bauman ad Assisi nel 2016 durante l'Incontro “Sete di Pace” citò un proverbio cinese:”Dobbiamo pensare all’anno prossimo piantando dei semi, ai prossimi dieci anni piantando alberi, ai prossimi cent’anni educando le persone”  Alla Scuola della Pace, per pensare al futuro, si comincia a lavorare già oggi, educando i bambini.