Anche in Ungheria, la memoria puntuale e personale dei migranti è un grido contro l'ingiustizia. In occasione della Giornata Mondiale dei Rifugiati, il 20 giugno, la Comunità di Sant’Egidio a Budapest ha fatto memoria di tutti coloro che, in questi anni, hanno perso la loro vita mentre cercavano un futuro migliore nel nostro continente europeo. La preghiera ecumenica si è svolta nella chiesa di San Pietro Canisio ed ha visto la partecipazione di tanti fedeli e persone di buona volontà, amici di Sant’Egidio, e anche dei nuovi europei che hanno trovato una nuova vita in Ungheria, contribuendo positivamente allo sviluppo di questa società.
Chi sono i migranti?
Per Sant’Egidio i migranti non sono una minaccia ma sono uomini, donne, bambini con i suoi volti, con loro storie e umanità. Il nostro mondo è caratterizzato dalla fobia dei poveri e mentre si alzano muri contro di loro, crollano quegli argini di umanità che credevamo fino a ieri incrollabili.
Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare? (Salmo 11,3)
La prima risposta è la preghiera che grida dalle profondità che hanno inghiottito la vita dei nostri fratelli affinché il Signore li restituisca alla vita e non lasci cadere la nostra civiltà e la nostra umanità negli abissi.
Negli ultimi decenni quasi 35 mila profughi sono morti annegati nel Mediterraneo, o per la fame e sete nella Sahara, alle porte di un’Europa che sembra ostile ed indifferente. Alcune delle loro storie sono state ricordate nella preghiera, ma Dio conosce tutti, anche quelli che nessun altro conosce.