Domani 8 aprile si celebra il Romanò Dives, la giornata internazionale dei Rom, che costituiscono in Europa la minoranza più numerosa. La Comunità di Sant’Egidio rivolge gli auguri a tutti i Rom (e alle popolazioni romanì che si identificano con questo nome) e coglie l’occasione per rilanciare alcune proposte che riguardano la presenza di questo popolo – composto largamente da bambini e giovani – in Italia ed Europa.
Occorre investire seriamente sull’integrazione e, al tempo stesso, superare le politiche che creano isolamento (come ad esempio i “campi Rom” istituzionali), far conoscere la storia di questo popolo (che ha vissuto il Porrajmos, lo sterminio durante la seconda guerra mondiale), puntare su un serio programma di scolarizzazione.
La Comunità di Sant’Egidio – impegnata da anni accanto a Rom e Sinti in Italia e in Europa – chiede di concentrare l’attenzione soprattutto nei seguenti ambiti:
- Scolarizzazione di qualità: Rom e Sinti sono un popolo di bambini e giovani (circa il 50% delle 140.000 presenze ha meno di 18 anni). Solo investendo seriamente sull’istruzione e la formazione si potrà avere una generazione pienamente integrata (cioè né esclusa, né assimilata).
- Superamento della logica emergenziale: la presenza di Rom e Sinti non è episodica o occasionale ed è evidente che politiche perennemente emergenziali non favoriscono l’integrazione e sono spesso causa di spreco di fondi pubblici.
- Realizzazione di una nuova politica abitativa: i “campi nomadi” (creati in anni passati rispondendo a parametri culturali largamente superati) costituiscono spesso il luogo di esclusione – anche fisica – dalla società. Bisogna attuare nuove politiche di inserimento abitativo che potrebbero rivelarsi più economiche e sicuramente più inclusive.
In occasione dell’8 Aprile 2018 una delegazione di Rom e Sinti con la Comunità di Sant’Egidio parteciperà in piazza San Pietro all’Angelus di Papa Francesco.