Nonostante la pioggia e la piena dell'Arno, in tanti da via del Corso alla Sinagoga hanno marciato silenziosamente domenica sera per ricordare la deportazione degli Ebrei di Firenze avvenuta dopo il rastrellamento del 6 e 7 novembre 1943. Con la Comunità di Sant'Egidio, anche il movimento dei Focolari, la Soka Gakkai e Alfredo De Girolamo, autore per Giuntina, di una biografia su Giorgio Nissim: una vita non violenta al servizio del bene per proteggere gli ebrei perseguitati insieme a quanti, con la Delasem, si opposero alla barbarie nazista e fascista.
Accolti dal presidente della Comunità Ebraica Dario Bedarida, da Daniela Misul e da Rav Joseph Levi, i partecipanti - presente anche il gonfalone del Comune di Firenze - hanno ricevuto e portato il saluto nel solco di una memoria che dissipa le nuvole dell'inquietudine, si oppone all'idea della violenza come strumento e al razzismo; che non dimentica i nomi delle vittime e vive anche per loro. La Comunità Ebraica ha in particolare proposto la figura di Giorgio Nissim, attraverso un ritratto fatto da De Girolamo a quanti hanno raggiunto la sinagoga: tanti gli immigrati, i bambini e gli anziani che per la quarta volta hanno segnato questo percorso come qualcosa di irrinunciabile.