Non possiamo dimenticare Auschwitz: qui si è sprigionato l’odia nazista, liberato e potenziato dall’orrore della guerra, durante la quale si è perpetrato il genocidio di ebrei, zingari e di altre decine di migliaia di cittadini europei.
Noi giovani provenienti dalla Polonia, dall’Ucraina, dalla Russia, dalla Cechia, dall’Ungheria, dall’Italia, dalla Slovacchia, dalla Romania, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, abbiamo ascoltato le testimonianze di chi, allora bambino o appena adolescente, ne fu vittima. Abbiamo appreso dalla loro sofferenza e della loro speranza, il valore unico e insostituibile della vita di ciascuno e la necessità di proteggerla da ogni disegno di morte.
La Shoà, “il Grande Male” per il popolo ebraico, o il Porrajmos, “il Grande Divoramento” per i Rom e i Sinti, ci mettono in guardia innanzi all’odio che può risorgere anche oggi nelle nostre città.
Assume il volto dell’indifferenza, si nutre dell’ignoranza dell’altro, diviene disprezzo e poi ferisce; infine si fa violenza che si abbatte sugli zingari, sugli stranieri profughi o immigrati in cerca di un futuro migliore; sugli ebrei, che continuano ad essere guardati con ostilità e diffidenza. La violenza non risparmia chi fra noi è più debole: gli anziani, i disabili, i senza fissa dimora.
Se nei nostri paesi si respira paura, noi invece siamo pieni di speranza. Per questo, insieme diciamo “No” all’antisemitismo, all’antigitanismo, a ogni razzismo, che confonde le menti e apre la strada alla barbarie. Vogliamo liberare tutti e particolarmente i giovani, dai suoi germi.
Vogliamo insieme costruire un mondo senza violenza, con l’intelligenza della cultura e la forza dell’amore. Da Auschwitz sorge un nuovo orizzonte di umanità per i nostri paesi! Da questo luogo riparte un movimento di cuori, che vuole contagiare altri giovani come noi, per essere migliori e rendere più umani i nostri paesi in una Europa di pace!
Auschwitz-Birkenau, 21 settembre 2012