Memoria di santo Stefano (+1038), re di Ungheria. Si convertì al Vangelo e promosse l'evangelizzazione nel paese. Leggi di più
Memoria di santo Stefano (+1038), re di Ungheria. Si convertì al Vangelo e promosse l'evangelizzazione nel paese.
Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Chiunque vive e crede in me
non morrà in eterno.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dal libro di Giosuè 24,14-29
Ora, dunque, temete il Signore e servitelo con integrità e fedeltà. Eliminate gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume e in Egitto e servite il Signore. Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore".
Il popolo rispose: "Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. Il Signore ha scacciato dinanzi a noi tutti questi popoli e gli Amorrei che abitavano la terra. Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio".
Giosuè disse al popolo: "Voi non potete servire il Signore, perché è un Dio santo, è un Dio geloso; egli non perdonerà le vostre trasgressioni e i vostri peccati. Se abbandonerete il Signore e servirete dèi stranieri, egli vi si volterà contro e, dopo avervi fatto tanto bene, vi farà del male e vi annienterà".
Il popolo rispose a Giosuè: "No! Noi serviremo il Signore".
Giosuè disse allora al popolo: "Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelti il Signore per servirlo!".
Risposero: "Siamo testimoni!".
"Eliminate allora gli dèi degli stranieri, che sono in mezzo a voi, e rivolgete il vostro cuore al Signore, Dio d'Israele!".
Il popolo rispose a Giosuè: "Noi serviremo il Signore, nostro Dio, e ascolteremo la sua voce!".
Giosuè in quel giorno concluse un'alleanza per il popolo e gli diede uno statuto e una legge a Sichem. Scrisse queste parole nel libro della legge di Dio. Prese una grande pietra e la rizzò là, sotto la quercia che era nel santuario del Signore. Infine, Giosuè disse a tutto il popolo: "Ecco: questa pietra sarà una testimonianza per noi, perché essa ha udito tutte le parole che il Signore ci ha detto; essa servirà quindi da testimonianza per voi, perché non rinneghiate il vostro Dio".
Poi Giosuè congedò il popolo, ciascuno alla sua eredità.
Dopo questi fatti, Giosuè figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni
Alleluia, alleluia, alleluia !
Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Siamo di fronte a una scelta del popolo di Israele al termine di un'altra tappa della sua vicenda, quando finalmente si trova in possesso della terra che il Signore aveva promesso ai padri. Si tratta di scegliere se "servire" il Signore o gli altri dèi. La terra in cui è entrato conosce tante devozioni. La Palestina, come tutto il Vicino Oriente antico, dalla Mesopotamia all'Egitto, era popolata da genti diverse, ognuna delle quali possedeva le sue divinità. "Servire" significa sottomettersi, ascoltare, dipendere da qualcuno. È una parola chiave nella scelta che Israele deve compiere. Non si può rimanere indifferenti o incerti davanti alla Parola di Dio. È necessario scegliere in un mondo in cui spesso si viene influenzati dalle opinioni comuni o in cui ognuno preferisce sempre rimandare. Giosuè mette Israele davanti alla storia di liberazione voluta da Dio per lui, che Israele stesso riconosce nella sua risposta, premessa indispensabile di questa scelta: "Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso". La memoria dell'amore di Dio per noi rimane la premessa per rinnovare la nostra fede e dare la nostra adesione al Signore, per "servirlo" e per abbandonare quegli idoli che ancora intralciano la crescita della nostra umanità e della nostra fede.