Il cammino di pace di Sant'Egidio da domani fa tappa a Parigi

La presentazione
L'arcivescovo della capitale francese, Ulrich: un altro evento di gioia condivisa dopo le Olimpiadi. Il presidente Impagliazzo: questa è una città laboratorio per il dialogo tra le fedi

Con gli incontri internazionali di Sant'Egidio, sono caduti muri d'incomprensione fra uomini e donne di varie religioni attraverso il mondo». Il benvenuto caloroso dell'arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich ha aperto ieri la presentazione di «Immaginare la Pace» (22-24 settembre), 38° incontro annuale della Comunità di Sant'Egidio, nella capitale francese su invito dell'arcivescovo, riunendo alti rappresentanti di numerose confessioni religiose, oltre a politici, diplomatici, intellettuali e studiosi di ogni continente.
L'arrivo del «popolo della pace», per Ulrich, completa «la congiunzione molto interessante dell'anno 2024» già segnato a Parigi dalla «gioia condivisa» durante le Olimpiadi e in vista della riapertura della Cattedrale di Notre-Dame, il prossimo 8 dicembre. Un incontro che riporterà al centro gli «uomini e donne di speranza, capaci di rimettere il desiderio della pace nel cuore della vita».
Marco Impagliazzo, presidente di Sant'Egidio, ha insistito sul valore di Parigi come «città-mondo» e "laboratorio" originale per il dialogo fra laici e credenti, così come fra i culti: «Abbiamo notato la grande attrazione che questa città esercita ancora.Tutti i responsabili religiosi, politici, della cultura e gli altri presenti sono molto felici di essere qui». Poi, spiegando il titolo e tema centrale: «l'immaginazione è pure una forma di creatività. E in questa fase così fosca, scorgere una luce nella pace è divenuto qualcosa che occorre davvero immaginare. La pace non è più all'ordine del giorno». Anche se non si tratterà direttamente di un incontro per mediazioni di pace, «il fatto di essere qui assieme è già un segno di speranza».
Il presidente francese Emmanuel Macron, che aveva manifestato interesse per l'ipotesi di Parigi come sede dell'incontro, interverrà domani all'apertura: fra i relatori, accanto ad Ulrich e ad Andrea Riccardi, fondatore di Sant'Egidio, anche Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e primate anglicano, HaYm Korsia, gran rabbino di Francia, ChemsEddine Hafiz, rettore della Grande moschea di Parigi, Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, Amin Maalouf, scrittore alla guida degli accademici di Francia, Lina Hassani, testimone del dramma del popolo afghano, giunta in Europa con il progetto dei corridoi umanitari.
Fra lunedì e martedì, ben 21 forum tematici con tante personalità, attorno a questioni quali l'Asia come nuovo orizzonte per chi promuove la pace, l'Africa, la democrazia e il nucleare. Martedì pomeriggio, davanti al sagrato di Notre-Dame, l'incontro si chiuderà invece con un messaggio trasmesso da papa Francesco, nel quadro di una cerimonia simbolica per la pace.
«Siamo molto preoccupati per le nuove generazioni che stanno crescendo avendo come orizzonte un linguaggio di guerra», ha detto Impagliazzo, sottolineando che l'incontro accoglierà anche per questo circa 2mila studenti, assieme a volontari e operatori di pace. Energie riunite per contribuire prima di tutto a dare voce a chi non ne ha, in una fase in cui le sofferenze immani delle vittime dei conflitti in ogni continente restano troppo spesso in sordina. Ricordarle significa già battersi: «Essere qui è una sorta di protesta contro la guerra». 

 

[ Daniele Zappalà ]