Imprenditori in manovra. Lo strumento è la nuova Fondazione Collabora. Presto anche esperienze di sostegno abitativo
Dai naufragi coi barconi ai corsi di formazione: primi 100 posti nel piano Confindustria-S.Egidio
Confindustria Veneto Est avvia con la Comunità di Sant'Egidio il progetto dei corridoi d'ingresso per immigrati. Il piano, il primo della Fondazione Collabora degli Industriali di Treviso, Padova, Venezia e Rovigo, presentato ieri, passerà per i corridoi umanitari dedicati ai richiedenti asilo, sui cui saranno disponibili 30 posti nei corsi di formazione, ma anche per i corridoi lavorativi, su cui Sant'Egidio ha firmato un protocollo per 300 ingressi, per un terzo in Veneto. Intanto si avviano i piani anche per la casa.
Il punto di partenza è l'inizio, scattato da qualche giorno, dell'attività di Cve Collabora, la Fondazione veicolo degli Industriali di Treviso, Padova, Venezia e Rovigo nelle attività sociali e culturali (nel 2023 Veneto Est ha sostenuto iniziative con 500 mila euro), dando alle imprese associate uno strumento trasparente a cui indirizzare le donazioni, su progetti pienamente rendicontabili ai fini Esg. «Uno strumento nuovo, che mette ordine a tante attività fatte in questi anni legando le imprese ai territori», ha detto ieri alla presentazione di Treviso, a Palazzo Giacomelli, Alberto Zanatta, vicepresidente vicario di Veneto Est.
La struttura, sede a Treviso, costituita in pochi mesi con un lavoro rapido in collaborazione con la Prefettura di Treviso (il prefetto Angelo Sidoti era ieri alla presentazione), è agile, guidata da un cda in cui siedono il presidente di Veneto Est, i quattro vice territoriali e il direttore, Gianmarco Russo. «Non moltiplichiamo le appendici, ma un'esperienza articolata di attività aveva bisogno di un contenitore: la Fondazione è il più idoneo», dice proprio Russo. Al centro dell'attività, progetti d'inclusione sociale, lavorativa ed economica, declinati su educazione e formazione, lavoro e casa, quest'ultimo concretizzando la firma del protocollo con la Regione, nell'assemblea dello scorso novembre, per creare soluzioni abitative a costi sostenibili per giovani, famiglie e lavoratori in arrivo da fuori Veneto.
Non semplici desiderata, per Fondazione Collabora. «Vogliamo un laboratorio dove creare progetti d'inclusione sociale coinvolgendo le associazioni, come la Comunità di Sant'Egidio, e sfruttando la nostra capacità di far rete», dice il presidente di Cve, Leopoldo Destro. Così, a tamburo battente, Collabora fa partire come primo progetto, People First, con le sue società di formazione (Forema, Unis&f e Punto Confindustria) e Sant'Egidio, la rete di comunità di laici nella chiesa cattolica attive nel volontariato, presenti in Veneto a Verona, Vicenza, Padova, Mestre e Rovigo.
La struttura, sede a Treviso, costituita in pochi mesi con un lavoro rapido in collaborazione con la Prefettura di Treviso (il prefetto Angelo Sidoti era ieri alla presentazione), è agile, guidata da un cda in cui siedono il presidente di Veneto Est, i quattro vice territoriali e il direttore, Gianmarco Russo. «Non moltiplichiamo le appendici, ma un'esperienza articolata di attività aveva bisogno di un contenitore: la Fondazione è il più idoneo», dice proprio Russo. Al centro dell'attività, progetti d'inclusione sociale, lavorativa ed economica, declinati su educazione e formazione, lavoro e casa, quest'ultimo concretizzando la firma del protocollo con la Regione, nell'assemblea dello scorso novembre, per creare soluzioni abitative a costi sostenibili per giovani, famiglie e lavoratori in arrivo da fuori Veneto.
Non semplici desiderata, per Fondazione Collabora. «Vogliamo un laboratorio dove creare progetti d'inclusione sociale coinvolgendo le associazioni, come la Comunità di Sant'Egidio, e sfruttando la nostra capacità di far rete», dice il presidente di Cve, Leopoldo Destro. Così, a tamburo battente, Collabora fa partire come primo progetto, People First, con le sue società di formazione (Forema, Unis&f e Punto Confindustria) e Sant'Egidio, la rete di comunità di laici nella chiesa cattolica attive nel volontariato, presenti in Veneto a Verona, Vicenza, Padova, Mestre e Rovigo.
Per tarare il progetto e poi scalarlo, le società formative metteranno a disposizione 30 posti in percorsi di formazione. Potranno esser occupati da persone vulnerabili raggiunte da Sant'Egidio: giovani che non studiano o lavorano, donne o lavoratori stranieri già presenti in Veneto. Giunti anche con i corridoi umanitari, il percorso legale d'immigrazione per i richiedenti asilo, su cui Sant'Egidio ha un'esperienza decennale, in un progetto condiviso e autofinanziato con comunità protestanti, valdesi e Cei-Caritas. La convenzione con il governo su Siria, Etiopia e Afghanistan, ha consentito di far arrivare in Italia seimila persone con un visto temporaneo (una cinquantina presenti in Veneto), per l'accoglienza con un visto umanitario e l'obiettivo d'inserimento sociale, attraverso percorsi di formazione di 18-24 mesi.
«Il percorso era nato di fronte ai naufragi tra 2013 e 2015: un percorso sicuro per tutti che vuole evitare i viaggi della speranza con i barconi e il traffico di esseri umani», dice Alessandra Coin, responsabile delle Comunità di Sant'Egidio del Veneto. Con una seconda possibilità, sul fronte dei corridoi per gli immigrati: «La novità degli ultimi mesi è quella dei corridoi lavorativi, per gli immigrati per motivi economici - aggiunge Coin - Sant'Egidio ha attivato il protocollo con il governo per l'arrivo di 30' immigrati in tre Regioni, Calabria, Lazio e Veneto, provenienti da Libano, Etiopia e Costa d'Avorio». Nel caso del progetto, arriverebbero con un visto temporaneo, per candidarsi ad un permesso di soggiorno stabile da pescare nelle quote.
La possibilità è attivatile con un impegno delle imprese interessate, con una presenza diretta nei Paesi d'origine o un sostegno finanziario, per svolgere la formazione in loco. Dopo i corridoi, l'ulteriore progetto a cui la Fondazione sta lavorando è l'housing sociale, la realizzazione di soluzioni abitative a costi accessibili per i lavoratori e le famiglie.
«Il percorso era nato di fronte ai naufragi tra 2013 e 2015: un percorso sicuro per tutti che vuole evitare i viaggi della speranza con i barconi e il traffico di esseri umani», dice Alessandra Coin, responsabile delle Comunità di Sant'Egidio del Veneto. Con una seconda possibilità, sul fronte dei corridoi per gli immigrati: «La novità degli ultimi mesi è quella dei corridoi lavorativi, per gli immigrati per motivi economici - aggiunge Coin - Sant'Egidio ha attivato il protocollo con il governo per l'arrivo di 30' immigrati in tre Regioni, Calabria, Lazio e Veneto, provenienti da Libano, Etiopia e Costa d'Avorio». Nel caso del progetto, arriverebbero con un visto temporaneo, per candidarsi ad un permesso di soggiorno stabile da pescare nelle quote.
La possibilità è attivatile con un impegno delle imprese interessate, con una presenza diretta nei Paesi d'origine o un sostegno finanziario, per svolgere la formazione in loco. Dopo i corridoi, l'ulteriore progetto a cui la Fondazione sta lavorando è l'housing sociale, la realizzazione di soluzioni abitative a costi accessibili per i lavoratori e le famiglie.
[ Federico Nicoletti ]